Fini: Monti è l’ultima possibilità per uscire dalla crisi
“Se Monti dovesse fallire, rischia di fallire l’Italia intera”. Non usa mezzi termini il presidente della Camera Gianfranco Fini: “Questo è l’ultimo governo in grado di far uscire l’Italia dalla crisi” ha detto, intervenendo al convegno del Terzo Polo che si è tenuto ieri a Verona.
“Dobbiamo ridurre i ‘costi della politica’, o meglio i costi degli apparati della politica – ha continuato -. Per questo il ceto politico deve dare l’esempio e in questa direzione va la riforma che verrà varata nella prossima legislatura. L’ufficio di presidenza della Camera ha dato mandato ai questori di predisporre una riforma che porterà l’abolizione del vitalizio per gli ex parlamentari a partire appunto dalla prossima legislatura. E’ una piccola cosa ma è un esempio da seguire”.
“O l’Italia si salva tutta assieme o affonda tutta insieme”, ha sottolineato il leader di Fli, individuando come “il pericolo che va combattuto è che nella parte più florida del Paese, nel Nordest si faccia strada l’idea che ci possa essere la possibilità di salvarsi da soli, prescindendo dal resto del Paese. Non è così”.
Per il leader di Fli infatti “è un’illusione quella che il Nord possa salvarsi da solo, prescindendo dall’unità nazionale. Il Nordest quindi deve essere per noi un potenziale interlocutore come punto di riferimento per le sue eccellenze. Ma dobbiamo lavorare per la coesione sociale che permetta a tutto il Paese di uscire dalla crisi e di ritrovare il suo posto in Europa”.
Così per Fini “bisogna cambiare registro, abolendo la propaganda. Dobbiamo aprire una fase nuova della stagione politica: noi ci siamo uniti nel Terzo polo – ha ricordato Fini – con gli amici dell’Udc, dell’Api e dell’Mpa e gli italiani si uniscano a noi per cambiare il Paese”.
“Il nostro è un sostegno leale al governo che ha una montagna da scalare ma che ha idee chiare”, ha detto il presidente della Camera. “Mario Monti ha colto nel segno quando ha detto che bisogna rilanciare l’economia ma con equità sociale perché nel nostro Paese – ha ammonito – c’è una necessità assoluta di crescita dell’equità sociale”. “E quando si parla di equità nel mercato del lavoro – ha spiegato – la categoria più debole oggi è quella dei giovani. Dobbiamo infatti cambiare le procedure per le assunzioni, è essenziale certo più flessibilità che non vuol dire libertà di licenziare per i nuovi assunti”.
E poi ha continuato “deve esserci un legame tra produttività e guadagno per il lavoratore”. Quindi il presidente di Fli è tornato sul “sostegno ad un goerno che ha le idee chiare e l’obiettivo di creare le condizioni per una società del domani migliore grazie a riforme importanti e necessarie riforme che toccherano tutti a partire dai più fortunati e dai più privilegiati”.
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