Finmeccanica: conto alla rovescia per Guargaglini. Possibile azzeramento di tutto il vertice
Giorni cruciali per Finmeccanica stretta, com’è, nella morsa di conti in rosso e di inchieste giudiziarie che coinvolgono il presidente Pier Francesco Guarguaglini. Dopo il comunicato di ieri del premier Mario Monti, che, da ministro dell’Economia, è azionista di controllo del gruppo con una quota del 30,2%, i riflettori sono tutti puntati sulle decisioni sul futuro del gruppo. Decisioni che, a questo punto, sono attese in tempi brevi.In primis, c’è da sciogliere il nodo dell’assetto di vertice. Nell’occhio del ciclone sta il presidente Guarguaglini. La richiesta da parte di Palazzo Chigi di una soluzione ”responsabile” viene letta e interpretata come una richiesta di dimissioni dell’ex numero uno. Interpretazione avvalorata dall’incontro che proprio questa mattina Guarguaglini ha avuto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Insomma, il pressing su Guarguaglini, che finora ha tenuto duro e ha respinto e smentito voci di dimissioni, sembra diventare sempre più intenso e stringente.
Fatto sta che il ‘count down’ sembra essere cominciato. Ma si tratta di capire se l’eventuale uscita di scena di Guarguaglini costituisce solo una scossa, sicuramente forte, di un terremoto più ampio ed esteso che potrebbe investire l’intero vertice. In altre parole, si tratta di capire se anche l’amministratore delegato, Giuseppe Orsi, chiamato al timone del gruppo nel maggio scorso, possa condividere lo stesso destino del presidente. Insomma dopo l’Enav, che ieri ha visto azzerato il proprio cda con la nomina di un amministratore unico, un intervento altrettanto radicale e traumatico potrebbe ora toccare a Finmeccanica. Un’ipotesi, va registrato, caldeggiata oggi da numerose voci che si levano dal mondo politico.
Quello che è certo è che, sia nel caso di un’uscita di scena del solo Guarguaglini sia nel caso di un azzeramento dell’intero team, la partita del rinnovo delle poltrone che scottano sarà quanto mai delicata. Secondo i ‘rumors’ che già cominciano a circolare, nella ricerca di un nuovo top manager giocherebbe un ruolo chiave il fattore età (si parla di un salto generazionale), coniugato a una consolidata esperienza gestionale e in materia di ristrutturazioni aziendali e, magari per esperienza diretta, già a conoscenza della realtà complessa del gruppo.
Altra questione è capire se l’arrivo di un nuovo top manager al vertice della holding dell’aerospazio e difesa affiancherà l’ad Orsi o se, invece, costituirà un elemento di totale rottura e discontinuità. Non è questione da poco. Nei giorni scorsi il cda di Finmeccanica ha approvato, all’unanimità (al board non era presente Guarguaglini) il nuovo piano di riorganizzazione del gruppo che traccia la rotta che il gruppo dovrà seguire per risalire la china dopo questo ‘annus horribilis’. Un piano che prevede interventi ”straordinari”, come ha detto lo stesso Orsi, come le ristrutturazioni per i settori dell’aeronautica, dell’elettronica per la difesa, dei trasporti, oltre a un massiccio piano di dismissioni a oltre un miliardo di euro finalizzate all’abbattimento del debito. E su questo percorso è tutta puntata e concentrata l’attenzione dei mercati.
E poi c’è il fronte estero. Nell’arco di questo decennio, Finmeccanica, passo dopo passo, ha sviluppato e consolidato una forte vocazione internazionale, fino a diventare uno dei principali player mondiali dell’aerospazio e difesa. Grazie a una serie di importanti acquisizioni, il gruppo considera il Regno Unito e gli Usa come mercato domestico. Finmeccanica ha importanti uffici e insediamenti produttivi in tutto il mondo. Su un organico di oltre 75 mila addetti, il 43,4% dei dipendenti lavora all’estero. In questi ultimi anni, la holding di Piazza Montegrappa ha rafforzato il proprio focus sui mercati emergenti, come India, Brasile, Turchia, Russia, Medio Oriente e Cina. Nel 2011-2015, il gruppo si attende un incremento degli ordini di circa il 20 per cento.
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