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La lega spara a zero ma la Confindustria sostiene Monti: Decisoni dure ma necessarie. I Vescovi: E’ un segnale forte

Senza appello il giudizio dell’ex ministro Roberto Maroni, intervistato dal Corriere della Sera, sui nuovi provvedimenti del governo: “Per varare questa manovra, non era davvero necessario consegnare il Paese ai professori. Hanno accettato i diktat di Bruxelles sui conti e hanno perso di vista i valori”. E lancia la sfida gli ex alleati del Pdl: “Sfiducino l’esecutivo e consentano ai cittadini di votare: dire si’ all’Ici sulla prima casa e’ uno schiaffo a tutti coloro che li hanno votati”.
Per l’esponente della Lega nord, “questa manovra e’ iniqua perche’ colpisce chi ha un reddito fisso e i pensionati; e’ recessiva perche’ prevede soltanto aumenti di pressione fiscale, anche odiosi come quello sulla prima casa, che vanno a colpire il ceto medio, vale a dire la parte sana e produttiva del Paese che consente la stabilita’ sociale”.
Maroni si chiede “che fine hanno fatto gli ‘indignati’, dove e’ finita la Confindustria che si appellava al governo e gridava ‘fate presto’ riferendosi alle misure per la crescita: non mi pare sia stato previsto nulla in tema di sviluppo. E non mi pare ci sia stato un intervento straordinario per lottare contro l’evasione fiscale, come tutti si aspettavano. E allora – conclude l’esponente leghista – questo presidente del Consiglio dovrebbe avere il coraggio di andarsene e restituire onore alla democrazia.
Questo il commento della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia alla manovra approvata dal governo. “E’ molto forte e ampia sulle pensioni. Non ci sono dubbi” ma è un tema ”che era assolutamente nell’agenda e che andava affrontato”.
I temi inerenti alla previdenza, continua la Marcegaglia, vanno trattati con molta attenzione perché sono temi molto delicati che riguardano la vita e le aspettative delle persone e questo era assolutamente da affrontare perché da più stabilità strutturale all’andamento conti pubblici”. Questo intervento, quindi, ”doloroso” credo ”che fosse inevitabile. Penso comunque che questa manovra sia quella definitiva sulle pensioni e che dopo questo provvedimento non ci sarà più la necessità di un’altra riforma. Saremo in linea con l’Europa e anche qualcosa in più”.
Secondo la Marcegaglia “non c’è alternativa. La scelta non è tra una manovra e lo stare fermi ma tra una manovra molto forte, con cui avviare il salvataggio dell’euro, ed un’altra con un Paese che non starebbe in piedi ed il collasso dell’euro”.
“I mercati ci chiedono una manovra molto forte, dunque non possiamo esimerci dal farla”, ha aggiunto il leader di Viale dell’Astronomia, ribadendo come questo sia il percorso “fondamentale per salvare l’Italia e l’euro”.
Ma l’importante, per Marcegaglia, “è che di fronte a questa manovra molto forte e di fronte ai sacrifici che gli italiano sono chiamati a fare, seguano iniziative concrete a livello europeo per salvare l’euro”, aggiunge.
Una manovra comunque da “riequilibrare successivamente con un taglio reale della spesa”, dice, ribadendo la richiesta all’esecutivo di una “spending review” che renda sopportabile “una pressione fiscale ormai insostenibile”.
“Il segnale è arrivato -si legge in una nota del Sir, l’agenzia di stampa dei vescovi – I dettagli saranno poi meglio noti e, dunque, meglio analizzabili. Ma il segnale è arrivato, chiaro e forte. All’Europa, prima di tutto. Confusa e frastornata, la leadership dell’Eurozona ha bisogno dell’Italia, non solo per tenere la sostenibilità dell’Euro, ma anche e soprattutto per consolidare definitivamente questa realtà così cruciale. C’è bisogno dell’Italia per fare l’Europa, e l’Italia deve essere in grado di giocare la sua partita”.