Don Giovanni, prima alla Scala. 11 minuti di applausi

Il cuore della politica italiana, il Capo dello Stato Napolitano e il premier Monti, presente sul palco reale della Scala di Milano per assistere alla prima della stagione lirica il Don Giovanni di Mozart con l’orchestra diretta dal maestro Daniel Barenboim.
All’ingresso, una piccola manifestazione contro la manovra davanti al Teatro alla Scala e la consueta sfilata di vip per la prima del Don Giovanni di Mozart diretto da Daniel Barenboim.
I manifestanti, alcune decine di persone, hanno protestato contro le riforme che costringono a pagare ”sempre gli stessi”, mentre il foyer del Teatro si riempiva di ospiti in smoking, stole di pelliccia e gioielli importanti per una prima comunque all’insegna della sobrietà. Poi la serata è andata avanti senza nessun problema a parte un uovo lanciato sulla macchina del presidente Monti.
Un Don Giovanni “moderno, minimalista, d’avanguardia” anche nell’allestimento del canadese Robert Carsen.
Applausi senza riserve a Peter Mattei, un Don Giovanni mattatore sulla scena, a Barbara Frittoli, indulgente Donna Elvira, al gallese Bryn Terfel, un Leporello da Commedia dell’arte, ad Anna Netrebko, tormentata Donna Anna e a Giuseppe Filianoti, il suo fidanzato Don Ottavio. A fare breccia nel pubblico della prima scaligera è stata la lettura inedita che dell’opera ha dato Carsen, che con una messa in scena minimalista (realizzata da Michael Levine), ha descritto un Don Giovanni diverso: libertino sì, ma senza il significato negativo del termine. Un Don Giovanni ‘pura energia’. E Peter Mattei ha rappresentato questo tombeur de femme smaliziato, cinico, irridente, l’eterna sigaretta penzolante dalle labbra. “Schiavo solo – dice Barenboim – della volontà di sedurre”. E gli slanci d’amore dei protagonisti sono stati anche abbastanza espliciti sulla scena.