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Russia, in 100.000 per strada a chiedere le dimissioni di Putin

Portano fiori bianchi, stanno sfidando il freddo e non demordono nonostante i numerosi arresti dei giorni scorsi. Sono 100.000 nelle strade di Mosca e chiedono le dimissioni di Vladimir Putin dopo le accuse di brogli elettorali durante le elezioni dello scorso 4 dicembre.
Per l’occasione della protesta, ha reso noto il ministro dell’Interno Rashid Nurgaliyev, sono stati mobilitati 50mila agenti e duemila uomini delle forze speciali. Secondo gli organizzatori circa 35mila persone hanno aderito sui social networks alla protesta annunciando la loro partecipazione. Le proteste non solo a Mosca, ma anche in altre città della Federazione Russa, dove sono state arrestate dieci persone.
Il presidente del Cns Burhan Ghalioun incontrando stamani alla Farnesina il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi ha fatto appello all’Italia che insieme al resto della comunita’ internazionale e alla Lega Araba dovrebbero implementare le pressioni sulla Russia perche’ quanto prima insieme al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si possa arrivare a una risoluzione Onu. ”E’ responsabilità dell’Onu proteggere la popolazione siriana – ha detto il presidente del Cns – Non c’e’ una guerra civile in Siria, ma un regime dittatoriale che cerca di reprimere il suo popolo e per ottenere successo mette le varie comunita’ una contro l’altra”. Riferendosi poi alle dichiarazioni che il presidente Bashar al-Assad ha rilasciato alla Abc, Ghalioun ha detto: ”Quando Assad afferma di non essere lui il responsabile e’ come se ammettesse di essere incapace e di non essere un uomo di stato”.