Via libera del governo all’asta sulle frequenze tv e Monti replica a Berlusconi: Non sono affatto disperato
Il governo ha accolto gli ordini del giorno presentati da Paolo Gentiloni del Pd, Roberto Maroni della Lega e Antonio Di Pietro dell’Idv per l’annullamento del beauty contest sulle frequenze televisive, che era stato deciso dall’esecutivo Berlusconi.
Intanto il premier replica a Berlusconi con la sua ironia “Ho letto stamattina sui giornali ‘Monti è disperato‘, ho fatto un rapido esame di coscienza e per un attimo mi sono sentito colpevole perché non mi sento assolutamente disperato”. Lo ha detto il premier Mario Monti, nell’informativa alla Camera sulla manovra riferendosi ai titoli di oggi dei giornali che riportavano le frasi di Silvio Berlusconi. “Poi svegliatomi – ha proseguito il premier – ho riflettuto un po’ di più” giungendo alla conclusione che “non c’è nessuno motivo di disperazione per quanto riguarda le nostre istituzioni e il nostro Paese.
Dopo questa affermazione Berlusconi seduto tra i banchi del Pdl ha reagito con lieve ilarità parlottando con il segretario del Pdl, come per ribadire le ragioni delle sue impressioni di ieri. Poi ad alcuni parlamentari del Pdl avrebbe detto: sono un po’ sorpreso. Non avevo nessuna intenzione di offendere il premier, ma mi sono solo calato nello stato d’animo di un presidente del Consiglio che deve trovare la sintesi nella misure da presentare.
Monti avrebbe poi inviato un bigliettino a Berlusconi per mettere fine alle polemiche e ribadire la collaborazione in Parlamento, riferiscono alcuni parlamentari. Con questo gesto il presidente del Consiglio, raccontano, ha voluto fare un gesto di apertura verso il leader del Pdl, in nome di una fattiva collaborazione per approvare la manovra economica e portare avanti l’azione del governo in Parlamento attraverso un confronto costruttivo.
Nel suo intervento Monti ha dichiarato: “Sento che tutti abbiamo a cuore lo stesso obiettivo: operare per il bene dell’Italia. Se tutti faremo il nostro dovere, se continuerà il senso di responsabilità diffuso e consapevole che ho percepito, non ho dubbi che l’Italia si salverà”.
Il “rischio è massimo, lo è stato e lo è ancora”, ha detto il premier. “Non tutto dipende da noi”, ha aggiunto, “ma era doveroso” intervenire “subito”, “colmando ritardi spesso di decenni”.
“Mi permetto di ricordare la posta in gioco – ha continuato rivolgendosi ai deputati – non si tratta di continuare a vivere più come prima, al netto o a lordo” delle varie misure, “ma in assenza di questo intervento – ha sottolineato – sono a rischio i risparmi degli italiani, soprattutto quelli piccoli, il benessere accumulato da generazioni”, con il “rischio di veder evaporare i redditi”.
“Sarà questa l’ultima manovra di sacrifici? Lo spero. Dipenderà dal comportamento di tutti noi”, ha detto il premier.
Monti ha espresso apprezzamento per il “clima costruttivo, la volontà di comprendere e di farci comprendere”, e un ringraziamento per “il senso di responsabilità con cui avete concesso la fiducia”. Il premier ha poi ribadito: ”Abbiamo profondo rispetto per il Parlamento”. ”Le decisioni finali non possono che essere vostre” e ”dell’altro ramo del Parlamento”, ha sottolineato.
”So che non devo dire noi e voi, ma è solo questione tecnica… Siamo tutti accomunati dalla stessa intrapresa”, ha detto replicando a chi gli chiedeva di ‘accorciare’ le distanze tra il governo dei tecnici e i rappresentanti delle forze politiche.
“L’azione di sostegno alla crescita è già iniziata – ha poi assicurato -. Non c’è una prima e una seconda fase. C’è un’azione di risanamento continua” ed insieme l’impegno “per la crescita”.
Il governo definirà nelle prossime settimane provvedimenti “articolati e organici” per rilanciare l’economia, ha annunciato. Il premier ha parlato, tra l’altro, di “riforma del mercato del lavoro per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani e donne, le due grandi risorse sprecate del nostro Paese” e anche di “liberalizzazioni, l’eliminazione delle rendite che minano lo sviluppo. Non sono fissazioni ideologiche ma uno strumento essenziale di giustizia”.
”Bloccare o rallentare il processo di liberalizzazione sarebbe una responsabilità grave”, ha poi aggiunto. “Le liberalizzazioni le abbiamo iniziate e le proseguiremo. Le faremo insieme, non contro qualcuno ma a favore di tutti i cittadini”, ha continuato. “Pensare che per superare la crisi serva a proteggere singoli settori è una illusione e crea danni irreparabili ai settori esposti alla concorrenza”, ha chiarito il premier.
“Il sottoscritto è pieno di speranza e fiducia. Speranza e fiducia che vi invito a condividere”, ha assicurato Monti. “Lo sforzo che abbiamo fatto noi e che avete fatto con successo voi, che ci avete persuaso, tutti i membri del Parlamento compresi quelli con manifestazioni di un meno evidente appoggio, ci ha aiutato a riflettere meglio – ha spiegato -. Questo processo di riflessione continerà anche senza la necessità che ci siano manifestazioni di ben visibile dissenso”.
Al termine dell’informativa del presidente del Consiglio l’Aula di Montecitorio ha riservato un lungo applauso finale al premier. Ma alla fine dell’intervento, dopo le manifestazioni di solidarietà da parte della maggioranza, si sono uditi nettamente nell’emiciclo diversi fischi da parte della Lega. La seduta si è svolta, però, in una sostanziale atmosfera di calma a parte un paio di richiami all’ordine che il presidente Gianfranco Fini ha dovuto indirizzare nei confronti di un deputato della Lega.
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