La manovra è legge. Monti: Ce la faremo, italiani sottoscrivano bot e ctp
Il decreto ‘Salva Italia’ è ”di estrema urgenza” e mette in grado il Paese ”di affrontare a testa alta la crisi europea”. Così il premier Mario Monti parlando al Senato dove è in corso l’esame della manovra.
Dopo il primo stop dovuto alla mancanza del numero legale, al Senato la seduta finale sul voto di fiducia -che dovrà dare il via libera alla conversione in legge del decreto salva-Italia presentato dal governo Monti – è iniziata alle 9.45 circa. Il dibattito si è concluso alle 12.30 quando è cominciato l’intervento di Monti. Subito dopo ci saranno le dichiarazioni di voto da parte dei gruppi: seguiranno le due chiame nominali per il voto di fiducia. La proclamazione del voto avverrà nel primo pomeriggio.
”Dobbiamo avere fiducia in noi stessi” per ”preparare un’Italia migliore per i nostri figli”, è l’appello. ”L’Italia vuole rimanere un grande Paese industriale, ma senza il piombo di una situazione finanziaria che avrebbe minato alla base il Paese”, ha sottolineato Monti.
”Non c’è crescita senza disciplina finanziaria e non c’è stabilità se i bilanci non sono in ordine”, ha proseguito Monti aggiungendo: ”Siamo ancora in un contesto di criticita”. E ha invitato a guardare ”con fiducia a nostri buoni del Tesoro”. La proiezione allo sviluppo ”sarà l’asse portante della nostra azione”, è l’impegno indicato. ”I mercati ragionano spesso in termini di sostenibilità del debito pubblico” e con il decreto ‘Salva Italia’ è stato ”eliminato un elemento di vulnerabilità nostra e nell’area euro”.
”E’ del tutto privo di fondamento lo slogan ‘pagano i soliti noti”’, ha sottolineato il Professore: ”Su suggerimento del Parlamento si sono introdotti dei correttivi a favore delle famiglie”. E sempre grazie al contributo del Parlamento è stato possibile migliorare “l’impianto e i dettagli di questa gravosa operazione di politica economica”. “Qualcuno ha sostenuto che non ci sia stato rispetto del Parlamento è profondamente vero il contrario”, ha allora sottolineato rispondendo così alle accuse della Lega rivolte al governo di aver prevaricato il Parlamento nell’iter di approvazione della manovra.
”La fase due è già dentro la fase uno”, ha poi spiegato Monti aggiungendo che ”la gestione dell’emergenza si poteva fare anche in modo molto più semplice”. ”Abbiamo fatto quello che era possibile fare in queste due settimane, resta da fare un lavoro enorme per liberare l’economia italiana dai freni che ne hanno rallentato la crescita”, ha affermato inoltre il presidente del Consiglio. ”Il governo – ha detto ancora il premier – ha deciso come proprio obiettivo strategico quello della crescita e, pur nell’emergenza, ha deciso di destinare risorse importanti alle imprese e al lavoro stabile”. ”L’aumento delle imposte necessario – ha sottolineato – è stato immaginato per gravare meno sulla produzione e più sul patrimonio e la ricchezza”.
Quanto alla riforma del mercato del lavoro, il governo definirà ”un’agenda strutturata con le parti sociali”. Inoltre, il governo lavorerà ”con grande attenzione” sul tema delle liberalizzazioni, ma anche sulle ”agevolazioni fiscali a favore delle famiglie e delle imprese”. Nel primo provvedimento del governo Monti, che sta per essere approvato, ”sono stati posti i semi per lo sviluppo”. Ora si tratta di portare avanti questa fase e rendere ”sistematiche” le misure necessarie per lo sviluppo.
“Opereremo molto fortemente” per far cambiare l’Europa “nel senso da tutti auspicato. Sarà il nostro prossimo imepegno”, ha proseguito. “Con la volontà pur ferma di uno Stato, senza un paziente lavoro di tessitura e una base forte nel Paese, è velleitario dire la politica europea deve cambiare”, ha spiegato il premier. Ma “con un avanzo primario che non ha pari in nessun Paese europeo, circa il 5% del Pil, l’Italia porterà in Europa il suo contributo alla stabilità ma anche elementi di riflessione sempre più forti sulla politica economica di cui c’è bisogno”.
L’aula del Senato ha seguito in un’atmosfera di calma e di attenzione le dichiarazioni del premier Montiil quale ha potuto svolgere il suo intervento senza interruzioni, cogliendo alla fine l’applauso della vasta maggioranza che lo sostiene. Solo a quel punto la contrarietà della Lega alla manovra si è manifestata con sonore proteste, alcuni ‘buuu’ e battendo i piedi, mentre l’ex ministro Roberto Calderoli ha fatto ricorso al suo ormai usuale gesto del pollice verso. Sono quindi iniziate le dichiarazioni di voto finale e il presidente del Senato Renato Schifani a quel punto ha dovuto richiamare i colleghi ad abbassare il tono della voce perché il brusio rendeva difficile ascoltare le parole degli iscritti a parlare, ma ora la seduta procede senza intoppi
Dopo il primo stop dovuto alla mancanza del numero legale la discussione è andata avanti e non sono mancati momenti di tensione quando i deputati della Lega hanno iniziato a rumoreggiare, all’annuncio che formalizzava l’utilizzo della fiducia, con dei fischietti.
Dura la reazione del presidente del Senato Renato Schifani che ha lamentato “E’ uno scempio. Dovreste vergognarvi, state trasformando il Parlamento in uno stadio”.
Voteranno no alla fiducia i 12 senatori dell’Italia dei valori, così come ha dichiarato in aula Elio Lannutti criticando”il governo dei banchieri” Considerando i no che arriveranno dai banchi della lega, per ora i voti sfavorevoli sono 37.
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