Camusso: L’art. 18 è una storia archiviata
“Non si può mai dire mai ma considero questo capitolo archiviato”. Così il leader della Cgil Susanna Camusso, intervistata su Repubblica Tv, in merito alla retromarcia del ministro del Lavoro Elsa Fornero sull’art.18
Un capitolo archiviato “nel senso che il tema non è l’opinione che uno può avere sull’argomento ma lo considero archiviato perché finalmente si è fatta strada il fatto che il problema che abbiamo non è la flessibilità in uscita ma come si riduce la precarietà e come si discute di ammortizzatori” ha aggiunto Camusso.
La discussione va fatta “nel merito, con tutte le complicazioni che ci sono, senza utilizzare le bandierine, in questo caso del tutto ideologiche di chi la vuole abolire, perché si finisce col dare all’art. 18 un senso che non ha. Invece l’art 18 è una forma di tutela rispetto alla discriminazione” ha continuato. L’art. 18 “è un deterrente, una norma di civilità”.
E inoltre, ha detto il leader della Cgil, “è una discussione accademica quando uno dice che vuole togliere una norma che è di difesa della condizione più debole, io sono sempre preoccupata perché penso che alla fine nasconda un’altra idea”. La Cgil è invece “molto interessata, e forse lo fa con ritardo, e faccio autocritica, a chiudere quella dualità del mercato del lavoro che è sì insopportabile ma non è determinata dallo Statuto ma dal fatto che hai 40 forme di modalità di assunzione e soprattutto dall’idea che nel nostro Paese che i giovani devono essere pagati molto poco”. E come la si chiude la dualità del mercato del lavoro? “Per esempio l’apprendistato è uno straordinario strumento”.
“Non si può più fare la concertazione come negli anni ’92 e ’93 – ha proseguito -, ma questo non vuol dire escludere il confronto con le parti sociali”. “Bisogna riconoscere il diritto delle parti sociali nel fare accordi”, ha detto la leader sindacale. “Su questo il governo ha sbagliato nella prima fase”, ha aggiuno.
Il 24 dicembre la Cgil insieme a Cisl Uil e Ugl sarà di nuovo in piazza: “Facciamo un presidio con un albero che racconta le tante storie e problemi del lavoro. C’è l’idea e la volontà di dare un messaggio che, dopo questa stagione di presidi e di scioperi durante la manovra, c’è la continuità”, ha affermato il leader della Cgil.
“Continueremo, non archiviamo, anche se augureremo ai lavoratori un Natale più sereno possibile, pure in una situazione così difficile” ha detto. Quanto alla possibilità di nuovi scioperi nel 2012, Camusso ha risposto con un’apertura: “c’è anche la possibilità che non ci siano, per un verso dipende dal presidente del Consiglio, per un altro si apre una stagione contrattuale, vedremo”.
Parlando della manovra, la leader sindacale ha dichiarato: “Noi vogliamo la patrimoniale perché gli squilibri permangono”. Sullo scudo fiscale, ha osservato: “il patto di cittadinanza è fondato sul fisco. Però non si può dire che il patto con chi non rispetta le regole vale di più rispetto a quello con chi le ha sempre rispettate”. “Chiediamo più lotta all’evasione e al sommerso”, ha concluso Camusso.
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