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I costi della casta: i parlamentari italiani i più pagati d’Europa. La Camera: Falso


“Tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l’ammontare netto dell’indennità parlamentare, erogato ai nostri deputati, risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento”. E’ quanto precisa una nota dell’ufficio stampa della Camera in merito al rapporto della commissione Giovannini sullo stipendio dei parlamentari. L’indennità parlamentare in valori netti dei deputati italiani non è superiore a quella dei colleghi di Francia e Germania. Anzi, secondo dati elaborati dalla Camera, è leggermente inferiore: nel nostro Paese l’indennità è di circa 5000 euro contro i 5030 della Francia, i 5100 della Germania e i 5400 dell’Austria. Inferiore invece nei Paesi Bassi dove l’indennità degli onorevoli si ferma a 4600 euro.
Hanno gli stipendi più alti fra i loro colleghi europei. Sono i parlamentari italiani, che però possono ‘vantare’ spese inferiori per portaborse e collaboratori. E’ quanto emerge dai risultati della Commissione guidata dal presidente Istat Enrico Giovannini e pubblicati sul sito della Funzione Pubblica.
La Commissione, incaricata di studiare la questione dal governo Berlusconi, dalle presidenze di Camera e Senato, e poi dall’esecutivo Monti, segnala dunque luci e ombre.
Non è semplice fare una media: in Italia l’indennità parlamentare lorda per i deputati è di 11.283 contro i 7.100 euro della Francia, i 2.813 della Spagna, 8.500 nei Paesi Bassi, 7.668 in Germania. A questo si aggiunge poi in Italia una diaria da 3.500 euro.
I deputati italiani però vantano spese inferiori in particolar modo per i collaboratori: rientrano per i deputati nostrani fra le spese di segreteria e rappresentanza, 3.690 euro al mese. Mentre per esempio in Francia un deputato può spendere fino a 9.100 euro al mese per i collaboratori, in Germania sono pagati dal Parlamento per un totale di 14.700 euro, in Austria sono dipendenti della Camera.
Secondo la Commissione comunque i dati raccolti sono “del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una utilizzazione ai fini indicati dalla legge”. Quindi, “nonostante l’impegno profuso e tenendo conto dell’estrema delicatezza del compito a essa affidato, nonché delle attese dell’opinione pubblica sui suoi risultati, la Commissione non è in condizione di effettuare il calcolo di nessuna delle medie di riferimento con l’accuratezza richiesta dalla normativa”.