Fatti e disfatti/5

NEW YORK – So che oramai la fanno tutti. Julia Roberts e Tom Hanks, Cameron Diaz e Russel Crowe. La fanno le star di Hollywood, ma anche i politici, i professori, gli studenti, i ricchi, i poveri, i giovani, gli anziani, i liberal, i conservatori, le donne e gli uomini. Ma confesso che sono rimasta di stucco quando ho visto un nerboruto scaricatore trascorrere parte della sua ora di riposo imbracciando un paio di ferri da calza. Quando gli ho chiesto come mai faceva la maglia, mi ha risposto con disarmante semplicità: «La preferisco all’uncinetto.» Non ho saputo cosa rispondere.

Il lavoro a maglia è uno dei trend americani più profondi e in crescita, anche se dilaga silenziosamente, senza clamore. Dopotutto, fare la maglia non è un’attività clamorosa: richiede concentrazione, pazienza, passione. Ma, a sentire gli oltre 600 mila americani iscritti ai circa 6500 club di ”sferruzzatori”, dà anche grandi soddisfazioni: «Ti dà la possibilità di creare qualcosa di tangibile, utile e bello» spiega Franklin Habit, il cui blog dedicato alla maglia,The Panopticon, è uno dei più popolari d’America. E in un’epoca in cui il lavoro è spesso fatto di ore al tavolino, al computer, la possibilità di creare qualcosa che si può usare «dà un grande senso di appagamento».

Il boom della maglia negli Usa è almeno in parte conseguenza del trauma nazionale dell’undici settembre. Una trasmissione della National Public Radio dedicata alla nuova popolarità di questa attività ha raccolto tante testimonianze di persone che hanno scoperto le proprietà consolatorie e rilassanti del lavoro a maglia proprio durante la crisi in cui il Paese era precipitato. Non è un caso, spiega la professoressa Susan Strawn, che la maglia abbia goduto di popolarità negli Usa in simili fasi storiche: la Guerra Civile, la prima e la seconda Guerra Mondiale e la Grande Depressione.

La professoressa Strawn, che insegna Storia dell’Abbigliamento alla Dominican University nell’Illinois, ha pubblicato Knitting America(L’America che Lavora a Maglia), un volume che ricostruisce la storia di questa familiare attività: «La sua rinascita – spiega – si deve anche all’esplodere dei social network in internet. Attraverso di loro gli sferruzzatori si sono messi in contatto, hanno creato club e organizzato corsi e convegni». Un recente convegno dedicato interamente alla creazione di calze e calzettoni, in Oregon, ha raccolto ben 3 mila partecipanti.

Oggi negli Usa si lavora a maglia o a uncinetto per i motivi più disparati: ci sono i Selfish Knitters, gli ”egoisti”, che lo fanno per se stessi, per rilassarsi. Ma ci sono soprattutto gli ”altruisti” e i ”sociali”. Quelli cioé che prendono i ferri per produrre oggetti caldi e comodi per una persona cara, oppure per i malati negli ospedali, o per i soldati al fronte. Uno dei club produce calottine di morbida lana che i soldati in Afghanistan, in inverno, possano mettere sotto l’elmetto per tenere calda la testa. Ci sono gruppi che fanno coperte per i bambini prematuri, per i senzatetto, per le donne che hanno subito violenza sessuale e abusi: «Il lavoro a maglia è un regalo molto personale – spiega ancora Habit -. Il filo passa attraverso le nostre mani, lo accompagnamo centimetro dopo centimetro, fino a che non prenda la sua forma definitiva. Con il nostro lavoro, trasmettiamo anche amore».

Ma ci sono anche gli ”artisti”, che hanno inventato una nuova forma di arte: gli Yarn Bombers, i Bombardieri del Gomitolo, producono un’arte di strada che fa oramai concorrenza ai graffiti. I Bombardieri tessono cappucci sui pali della luce elettrica, rivestimenti per i parchimetri, abiti per le statue. Le loro creazioni, multicolori e brillanti, sorgono spesso davanti ai musei, per attirare l’attenzione di chi ha appena trascorso qualche ora davanti alle creazioni dell’arte del passato.
Il Wall Street Journal ha dedicato pochi giorni fa mezza pagina aMagda Sayeg, la pioniera del movimento. Sayeg è definita una fiber artist, cioè un’artista delle fibre. E a lei il Journal riconosce di aver contribuito a rendere popolare questa nuova scuola artistica: «Ci sono bombardieri del gomitolo in tutto il mondo – scrive il giornale -. Siti, blogs, libri seguono gli ultimi sviluppi dell’estetica dei graffiti a maglia».

In questa vasta e variegata rinascita del lavoro a maglia, si aggiunge una nota a pie’ pagina: per fare contenti gli sferruzzatori del nuovo secolo, gli allevatori che si stanno specializzando nella produzione di lane ecologiche. L’allevamento di pecore da lana era in netto declino negli Usa, ma la richiesta di prodotti di qualità sta aumentando con il diffondersi della passione dei ferri e dell’uncinetto, e nuove fattorie modello, spesso gestite da giovani, si moltiplicano in tutto il Paese.