Dalla letteratura alla cronaca, capitani coraggiosi: mito o farsa?
La Costa Concordia giace davanti all’isola del Giglio come una grande balena morente. In attesa che si chiariscano le responsabilità del comandante Francesco Schettino, le immagini del naufragio e l’intera vicenda richiamano l’infinita letteratura marinara, costellata dall’esperienza di tanti capitani coraggiosi. Uomini che, sfidando le insidie delle correnti, hanno guidato il proprio equipaggio in missioni impossibili. Come il mitico e indimenticabile capitano Achab, protagonista del romanzo ‘Moby Dick’ scritto dall’americano Herman Melville nel 1851. E’ il comandante del Pequod, la baleniera lanciata verso la caccia inesausta ad un enorme capodoglio contro cui ingaggia un duello senza respiro. Un personaggio celebre che, nell’immaginario collettivo, ha assunto il volto di Gregory Peck, l’interprete magistrale del film girato nel 1956 diretto da John Huston. Inflessibile e crudele come pochi, Achab rappresenta il vertice assoluto della letteratura marinara. Naturalmente non è l’unico. Tanti sono i ‘capitani coraggiosi’ pronti a dare tutto per il proprio equipaggio. Ma la storia presenta diversi esempi in cui le avventure per mare insegnano a vivere. E’ caso di Harvey Cheyne, un ragazzino di 15 anni, figlio di un ricco magnate delle ferrovie americane, al centro di ‘Capitani coraggiosi’ il romanzo del 1897 di Rudyard Kipling. Caduto dalla nave che lo avrebbe dovuto portare nel Vecchio Continente, viene salvato da alcuni pescatori a bordo di una barca. Insieme a loro il 15enne impara la lealtà e la solidarietà degli uomini di mare. Grazie agli insegnamenti che gli impartisce l’equipaggio della barca comandata dal superstizioso e allegro Manuel, Harvey diventa un marinaio perfetto. E, soprattutto, un uomo giusto.
Dalla letteratura al cinema anche ‘Master and Commander – Sfida ai confini del mare’ del 2003. La pellicola è ispirata alla figura del protagonista della saga storica dello scrittore irlandese Patrick O’Brian. Il personaggio è modellato sulla figura di Thomas Cochrane, politico e militare britannico d’epoca napoleonica. Le vicende del mare sono costellate da atti d’eroismo. Eppure, nella letteratura, abbondano casi di naufragio che impongono scelte difficili. Come quelle che è chiamato a fare il protagonista di ‘Lord Jim’, il romanzo dello scrittore Joseph Conrad, originariamente pubblicato a puntate sul ‘Blackwood’s Magazine dall’ottobre 1899 al novembre 1900. Primo ufficiale sulla nave Patna, che trasporta pellegrini in viaggio verso La Mecca, Jim lascia l’imbarcazione su una scialuppa con il comandante e due macchinisti. Si lascia ingannare da una tempesta in arrivo e da un incidente che potrebbe far affondare la nave. Un tragico errore perché il Patna non cola a picco che lo costringerà a subire un processo e la revoca del brevetto di ufficiale.
Il cattivo capitano per antonomasia è però il comandante Bligh, al timone – nella storia prima, in un racconto di Jules Verne poi e quindi in diversi film – della fregata mercantile armata Bounty. L’ammutinamento del Bounty, avvenuto nel XVIII secolo, è il più famoso ammutinamento nella storia della marina britannica. Partito da Spithead il 23 dicembre 1787, con l’intenzione di raggiungere Tahiti doppiando Capo Horn il Bounty dovette cambiare rotta a causa del tempo pessimo. Così, dopo aver tentato per 31 giorni di doppiare il capo, Bligh dovette invertire la rotta e dirigere verso Tahiti navigando verso est. Dopo un lungo e difficile viaggio, Tahiti viene raggiunta e la nave si riempie di centinaia di piante da ricondurre in patria. Il già piccolo bastimento ne è completamente invaso. Inoltre i contatti dei marinai e alcuni ufficiali con la popolazione si fanno sempre più stretti, la libertà sessuale delle donne di Tahiti sconvolge gli uomini. Durante il viaggio di ritorno, il 28 aprile 1789 parte dell’equipaggio, con alcuni ufficiali, tra cui spiccano il secondo ufficiale Fletcher Christian e il guardiamarina Peter Heywood, stufi della vita di bordo e col pensiero ancora alle fanciulle polinesiane, si ammutina. Nelle versioni cinematografiche a causare l’ammutinamento fu la crudeltà del comandante.
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