Editoriale

Come la “Concordia”, l’Italia è coricata e spiaggiata sull’orlo dell’abisso. E come ha detto ieri Draghi un’altra ondata di down rating potrebbe trascinarla nell’abisso. Con tutti i soccorritori: cioè l’euro e l’Europa, se non si sbriga. Anche se il down rating non trova d’accordo nemmeno le agenzie: vedi S&P e Fitch sulla Francia.
Ma le immagini che oggi sui giornali registrano all’infrarosso persone-formiche sullo scafo della nave, mi fanno venire in mente altri frame da un paese alla resa dei conti.
Non so per quale mistero sta emergendo (giornalisti, pardon, farabutti resi più curiosi se non coraggiosi dall’arrivo di Monti? Dal cambio di clima politico? Ma per piacere….) una Italia impresentabile e inaccettabile che chissà perché abbiamo digerito per decenni.
Ne raccolgo un po’, di questi fotogrammi.
Non cito né il caso Malinconico né altri: perché penso il caso del sottosegretario che non sapeva chi gli pagasse le vacanze al “Pellicano” (a poche miglia dal relitto del Giglio) come apripista per altri membri del governo Monti: da Ciaccia a Milone, o De Lise, authority per i trasporti nonostante il suo nome ricorra spesso nelle conversazioni di Bisignani ecc. ecc.
Fotogrammi da Sud a Nord.
A Palermo si dimette il sindaco Cammarata. Dopo una violenta lite con il governatore siciliano Lombardo, che l’accusa della disastrosa gestione del comune (oggi? Fino a ieri tutto bene?). E dimettendosi Cammarata si inorgoglisce dell’ordine in cui lascia il bilancio. Dimenticando alcune cosette. Come l’assunzione di un precario al comune che invece di timbrare il cartellino faceva lo skipper sulla sua barca. O l’azienda della nettezza urbana (Amia) in rosso per cento milioni. O l’azienda trasporti (Amat) con metà degli autobus fermi perché mancano 150 milioni.
A Roma, la mafia cinese esegue la sentenza di impiccagione contro l’assassino del papà cinese e della sua bimba. Una storia oscurissima scritta nella zona grigia della criminalità del ‘money transfer’ clandestino.
A Milano viene ricercato per arrestarlo per corruzione Massimo Ponzoni, l’ex assessore Pdl di Formigoni, il governatore della Lombardia. Eletto, Formigoni, grazie a una lista di firme false. Su cui la magistratura indaga da anni, là dove un paese serio avrebbe già invalidato quelle elezioni e fatto ripetere il voto. In una regione già squassata dall’arresto del vice presidente del consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani. E dallo scandalo Penati.
A Roma il Colosseo continua a perdere pezzi mentre la magistratura indaga sul contratto con Della Valle (finanziamento del restauro in cambio dell’esclusivo uso del nome “Colosseo” a fini di marketing).
Sempre a Roma passano tre giorni dalla posa in opera di alcune ‘pietre dell’inciampo’, sampietrini con inciso e le date e i nomi di romani ebrei deportati ed assassinati nei campi di sterminio nazisti, che alcune vengono distrutte o asportate dai marciapiedi prospicienti l’indirizzo delle loro abitazioni da cui vennero strappati.
A Osaka fa discutere il comportamento del console italiano (si chiama Vattani, nome famoso della diplomazia italiana) che inneggia alla repubblica di Salò. E ancora sta lì.
Intanto sta per cadere in prescrizione il processo Mills. Ve lo immaginate che succederebbe in un occidente evoluto per una cosa del genere che riguardi il primo ministro anche se ex?
Non siamo un occidente evoluto, ecco la realtà.
Ho scritto spesso che l’Italia è entrata nell’Europa perché ci sono stati chiesti solo parametri finanziari. Ci siamo entrati con enormi sacrifici. Ma ci avessero chiesto anche modernità dei trasporti, efficienza della pubblica amministrazione, funzionalità della giustizia (non cito nemmeno il tasso di onestà) staremmo ancora ad aspettare fuori della porta.
Ecco l’impegno che deve portare a casa Monti.
Sovrumano?
Sta li per questo, solo per questo.
La fase due langue. Ma solo se Monti avrà il coraggio (e dovrebbe: dopo il declassamento imposto da Standard&Poors e la colazione di ieri con Alfano, Casini e Bersani ha una forza che non ha avuto mai nessuno) saremo fuori pericolo. Un po’ come i due coreani tirati fuori vivi una notte dal ventre della ‘Concordia’.
Solo così Monti non sarà ricordato non come uno dei tanti altri qualunquemente avvicendatisi a Palazzo Chigi, di centrodestra, di centro o di centrosinistra.
Ma invece che come autore di un colpo di stato, autore di uno Stato. Di colpo.