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La nave si muove, ricerche sospese. Schettino torna a casa, è scontro tra magistrati

La nave si muove, ricerche sospese. Schettino torna a casa, è scontro tra magistrati

(Reuters)

Avrebbe subito una ‘rotazione’ stamattina la Costa Concordia incagliata all’Isola del Giglio. Un movimento che viene ritenuto più preoccupante dell’oscillazione (9 centimetri in orizzontale e 1,5 centimetri in verticale) di lunedì.
Le ricerche, viene spiegato, sono sospese, in attesa che gli esperti stabiliscano se lo scafo ha trovato un punto di appoggio. Il timore è che il maltempo previsto a partire da domani possa far precipitare il relitto nel gradino sottostante, facendo finire la Concordia a 70 metri di profondità.
Al momento dello stop i palombari della Marina militare stavano per piazzare tre microcariche di esplosivo per aprire nuovi varchi verso il ponte 4, dove si ritiene ci possano essere altri corpi.
Il bilancio della tragedia al momento è di 11 morti e 23 dispersi. Ieri sera la Prefettura di Grosseto ha diffuso un elenco in cui vengono pubblicati i nominativi di 28 persone mancanti all’appello, ma come ha spiegato il prefetto Giuseppe Linardi, questo numero si è reso necessario in quanto i cinque cadaveri (quattro uomini e una donna) trovati ieri non sono stati ancora identificati.
Dei nostri connazionali, mancano all’appello i passeggeri Maria D’Introno, di Biella; le amiche siciliane Maria Grazia Trecarichi e Luisa Antonia Virzì; il riminese William Arlotti e la figlioletta Dayana di 5 anni, tutti passeggeri, mentre l’unico italiano disperso membro di equipaggio è il 30enne Giuseppe Girolamo di Alberobello (Bari). Per quanto riguarda le altre nazionalità, i tedeschi sono 13. Quattro i francesi, due gli statunitensi. Mancano poi all’appello un ungherese, un indiano ed una peruviana. In totale, si tratta di 16 donne, una bambina e 11 uomini.
La Procura di Grosseto è intenzionata a far ricorso contro il provvedimento del gip Valeria Montesarchio, che ieri ha deciso di non confermare la carcerazione per il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, disponendo gli arresti domiciliari, che l’uomo sta scontando nella sua casa di Meta di Sorrento (Napoli). Lo ha annunciato il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio.
”Leggeremo le ragioni del gip – ha detto Verusio – Credo che l’ufficio farà ricorso avverso a questo provvedimento. Vedremo cosa deciderà il Tribunale della libertà”. ”E’ possibile”, secondo il procuratore capo, che il comandante ”possa fuggire dagli arresti domiciliari”. ”Per la sua personalità e per i reati che gli vengono contestati” sarebbe stato necessario che Schettino fosse rimasto in carcere, sostiene il procuratore, perché ”non vorremmo che possa sottrarsi alle sue responsabilità” stando ai domiciliari.
Il procuratore capo di Grosseto ha anche detto che il test tossicologico su Schettino è stato disposto perché ”immaginavamo che fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”.
Verusio ha spiegato inoltre che i pm stanno indagando sulla ”catena di comando” della Costa Concordia, per ”raccogliere e verificare la responsabilità di qualche altro ufficiale” nel mancato coordinamento delle operazioni di evacuazione dei passeggeri.
Intanto, intorno alle 3 di questa notte, Schettino ha fatto ritorno nella sua casa di vico San Cristoforo a Meta di Sorrento. A salutare il ritorno a casa di Schettino alcuni dei suoi più stretti amici, che hanno potuto vederlo a differenza dei giornalisti ‘beffati’ dall’entrata attraverso una porta secondaria. A loro, il comandante avrebbe detto: “Ho fatto il mio dovere, non è vero che sono scappato”. Ha ammesso però di aver “commesso un errore”, presumibilmente riferendosi al cosiddetto ‘inchino’ che ha portato la nave troppo vicina alle coste dell’Isola del Giglio.
Proprio gli abitanti di Meta di Sorrento fanno quadrato intorno a Francesco Schettino. Per i metesi Schettino ha fatto il suo dovere ed è “inaccettabile” la gogna mediatica che si è scatenata contro di lui, “bravissima persona, come tutta la sua famiglia”.