Moody’s gela le attese: Il piano “Salva Italia” portera’ meno reddito e lavoro. Conti, la Ue cerca un’intesa
Per il 2012 Moody’s stima un calo del Pil italiano pari all’1% dopo una crescita di appena lo 0,6% nel 2011. In un rapporto l’agenzia annuncia una previsione di crescita della disoccupazione dall’8,2% dell’anno passato all’8,8%, un elemento che – si legge ancora – potrebbe provocare un aumento dei mancati rimborsi dei prestiti.Infatti, spiega Moody’s, la manovra Salva-Italia “ridurrà il reddito a disposizione delle famiglie” e i debitori “avranno maggiori difficoltà nei loro pagamenti”. L’agenzia, inoltre, prevede ripercussioni sui “prezzi immobiliari a causa dell’aumento delle tasse sulla proprietà”. E questo “aumenterà le perdite sulle proprietà” soggette a ipoteca. Intanto ha preso il via a Bruxelles il primo vertice Ue dell’anno che, nelle intenzioni dei leader, dovrebbe archiviare la fase della crisi del debito sovrano ed aprire quella per il rilancio della crescita e dell’occupazione. L’inizio dei lavori in una città paralizzata dallo sciopero generale in Belgio è stato preceduto da un presummit tra il premier Mario Monti, la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il presidente francese Nicolas Sarkozy. Il vertice, la cui conclusione è prevista intorno alle 19, dovrebbe dare il via libera al ‘Fiscal Compact’, che, su richiesta della Germania, prevede un’ulteriore stretta sui vincoli di bilancio.
Nei giorni scorsi, nella lettera di invito ai leader Ue, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy li ha esortati a “concentrarsi su azioni immediate da intraprendere nelle aree specifiche della disoccupazione giovanile, del mercato interno e delle piccole e medie imprese”. “Non è accettabile che un giovane europeo su 4 non abbia lavoro”, ha denunciato ancora oggi il presidente della Commissione europesa, Josè Manuel Durao Barroso, che al summit proporrà “la creazione di squadre d’azione incaricate di preparare piani dettagliati per far fronte al problema dell’occupazione giovanile”. E ai capi di Stato e di governo dell’Ue riuniti a Bruxelles, il presidente dell’esecutivo confermerà l’intenzione di riprogrammare gli 82 miliardi di fondi Ue già previsti per il periodo 2007-2013 e non ancora utilizzati per iniziative a sostegno della crescita e dell’occupazione, soprattutto giovanile. Fra questi, circa 8 miliardi dovrebbero andare all’Italia. Infine, anche se non ufficialmente in agenda, i leader potrebbero parlare di Grecia – un incontro a margine del vertice è previsto tra il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn e il premier greco Lucas Papademos – mentre continuano i negoziati con i creditori privati sulla ristrutturazione del debito e le richieste della Germania di ‘commissariare’ le politiche fiscali e di bilancio di Atene. Secondo fonti europee, potrebbe esserci una breve discussione prima della fine del summit.
Il Patto di bilancio e le misure per la crescita “sono interconnesse, ed è importante che siano discussi durante la stessa riunione” dei capi di Stato e di governo dell’Ue. E’ il monito della premier danese Helle Thorning-Schimdt, il cui paese detiene la presidenza di turno dell’Ue. “Tutti gli stati membri devono avere un bilancio in equilibrio”, ma servono anche iniziative a favore dell’occupazione e del rilancio economico, per questo “è importante che i leader Ue capiscano che si tratta di due facce della stessa medaglia”, ha sottolineato ancora la danese.
“Questo deve essere un Consiglio che mostra un percorso di speranza: questo è quello che dirò all’inizio” dei lavori del summit dei 27 che sta per aprirsi a Bruxelles”, ha scrittoin un tweet il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.
L’Europa è “sull’orlo di una recessione tecnica” e le “previsioni macroeconomiche non sono buone”, per questo “credo che si dovrebbe ora portare l’attenzione sulla creazione della crescita”, è il messaggio del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker al suo arrivo al vertice Ue, sottolineando la necessità di un “consolidamento delle finanze pubbliche intelligente”, perché se “non c’è alternativa al consolidamento” serve però rimettere in marcia il motore dell’economia europea.
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