Melbourne, sei ore di scambi ma alla fine Djokovic trionfa su Nadal
Novak Djokovic rimane sul trono di Melbourne, l’incubo di Rafa Nadal continua. Il serbo, numero 1 del mondo, trionfa all’Australian Open e conserva il titolo conquistato un anno fa. Il 24enne di Belgrado vince per 5-7, 6-4, 6-2, 6-7 (5-7), 7-5 e fa festa dopo la piu’ lunga finale mai giocata in un torneo dello Slam. Nadal, numero 2 del ranking, si inchina dopo 5h53′ di battaglia. Il mancino di Mallorca parte forte, si fa recuperare, rischia di crollare, rimonta e alla fine cade: per la settima volta consecutiva, finisce k.o. in finale contro la sua bestia nera. Per la terza volta di fila, deve accontentarsi di partecipare da comprimario alla premiazione di un major: dopo Wimbledon e Us Open, interpreta lo stesso ruolo anche a Melbourne. Anche questo, purtroppo per lui, e’ un record.
Djokovic, dopo lo strepitoso 2011, comincia la nuova stagione mettendo in bacheca il 29° titolo della carriera, il quinto in un torneo dello Slam e il terzo sul cemento di Melbourne Park dopo gli exploit del 2008 e del 2011. Nessun trofeo, probabilmente, sara’ costato piu’ fatica a Djokovic di quello alzato oggi. Nessuna sconfitta, probabilmente, lascera’ un segno piu’ profondo sul morale di Nadal.
Sei ore giocate con mostruosa intensita’ non bastano. L’iberico parte meglio, si procura le prime due palle break del match nel quinto game e Djokovic lo aiuta sbagliando un rovescio non impossibile. Lo spagnolo allunga fino al 4-2, ma non si tratta di fuga vera. Il numero 1 del mondo recupera (4-4) ma si inceppa poco dopo: Nadal puo’ andare a servire in vantaggio 6-5 e non sbaglia, chiudendo il parziale per 7-5 dopo un lunghissimo round di 80 minuti.
Le palle break non trasformate continuano a zavorrare la prestazione di ‘Nole’: Djokovic ne spreca altre due all’inizio del secondo set. All’ennesimo tentativo, il talento di Belgrado centra l’obiettivo: variazioni di ritmo micidiali e, come ciliegina, una volee vincente per il 4-1. Il pareggio sembra cosa fatta: sembra, ma non si concretizza. Nadal annulla un set-point sul proprio servizio, poi ne cancella altri 2 e riemerge dalle sabbie mobili (4-5) ringraziando il rivale che incappa in un sanguinoso doppio fallo.
Lo spagnolo, pero’, restituisce il regalo con la stessa confezione: doppio errore alla battuta sul quarto set point, 6-4 e equilibrio totale dopo dopo 2h26′ di braccio di ferro. Gli scambi interminabili sono la norma, non fa eccezione quello che consente a Djokovic di volare sul 3-1. Il copione cambia rispetto all’inizio della sfida e diventa, purtroppo per Nadal, sempre piu’ simile ai duelli andati in scena la scorsa stagione.
Il numero 1 del mondo cresce e non ripete l’errore commesso nel secondo set. Sul proprio servizio, per 2 game non concede punti all’avversario e sul 5-2 mette a segno un break a zero: 6-2 con una dimostrazione di forza dopo 3h11′ di gioco e il defending champion mette la freccia. Nadal lotta e rimane agganciato al treno nel quarto set: sotto 3-4, deve fronteggiare 3 palle break che somigliano molto ad altrettanti match point. Lo spagnolo non trema: risale la china, 4-4 prima dell’interruzione per pioggia. Si riparte dopo pochi minuti sotto il tetto chiuso, la sosta non sconvolge nessuno e si va al tie-break. Djokovic fugge fino al 5-3, arriva a 2 punti dalla vittoria, ma sbaglia quando non dovrebbe. Nadal non molla, recupera e incassa il 7-5.
La maratona prosegue e il verdetto e’ rinviato al quinto set. Il servizio, dopo il quarto parziale senza break, continua a dominare fino al sesto game. Nadal, avanti 3-2, ha la chance per tentare l’allungo decisivo: scappa il dritto di Djokovic e scappa anche Rafa (4-2). Tutto finito? Macche’. Lo spagnolo sbaglia un rovescio cruciale, il serbo ringrazia: controbreak di platino, 4-3 e si ricomincia.
Le energie dovrebbero scarseggiare, ma dopo 5 ore abbondanti si vedono ancora scambi di 31 colpi. Sul 4-4, Djokovic ha la palla per il break: un servizio perfetto, pero’, la cancella. La scena si presenta nuovamente poco dopo: Nadal si sfalda, Nole sfonda per il 6-5. Lo spagnolo ha un ultimo sussulto, un’ultima palla break: l’ennesima rimonta non si concretizza, Djokovic chiude 7-5 e resta sul trono. Sfinito.
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