Siria è guerra civile, bombe anche sugli ospedali. Obama: no a intervento militare
E’ di almeno 50 morti e decine di feriti, secondo gli attivisti, il bilancio del nuovo pesante bombardamento delle truppe siriane sulla provincia centrale di Homs. “Decine di granate sono cadute sui quartieri di Baba Amr e al-Bayyada, colpendo edifici residenziali, di cui molti sono andati in fiamme”, ha detto Omar Idlibi, portavoce dei Comitati di coordinamento locale. “Le ambulanze non sono riuscite a raggiungere le zone colpite a causa dell’intensità dei bombardamenti”, ha aggiunto.
“Interi quartieri di Homs sono completamente isolati e non riusciamo a metterci in contatto in alcun modo con le persone che si trovano al loro interno”, hanno denunciato alla tv araba ‘al-Jazeera’ gli attivisti siriani. Nel mirino dei militari, hanno riferito all’agenzia di stampa Dpa, sono finiti anche “tre ospedali da campo” di Bab Amro.
“L’esercito siriano ha chiuso completamente Homs e si prepara a una grande offensiva finale sulla città”, hanno affermato gli attivisti dell’opposizione siriana alla tv satellitare ‘al-Arabiya’. “I militari stanno cercando di isolare completamente la città dal resto del Paese – hanno aggiunto – per poi iniziare un pesante attacco sulla città”.
La notizia viene però smentita dal regime di Damasco che, tramite la tv di stato, nega che vi siano stati bombardamenti a Homs. In un flash apparso sugli schermi della tv di stato siriana, fedele al regime di Bashar al-Assad, si legge: “I terroristi attivi a Homs hanno incendiato i tetti di diversi palazzi di Homs per mostrare alle tv satellitari che la città è sotto bombardamento da parte dell’esercito”.
L’emittente ha annunciato inoltre che la moschea di Rastan, città della provincia siriana di Homs, è stata data alle fiamme. Secondo la tv l’incendio ha provocato la morte e il ferimento di un numero imprecisato di persone. L’emittente riferisce infine che l’oleodotto, il gasdotto e il centro di telecomunicazioni nei dintorni di Homs sono stati attaccati da “miliziani armati” dell’opposizione.
Si muove intanto la comunità internazionale. Gli Stati Uniti hanno chiuso l’ambasciata a Damasco e richiamato i loro diplomatici in Siria. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato. “Gli Stati Uniti hanno sospeso le operazioni della nostra ambasciata a partire dal 6 febbraio, l’ambasciatore Ford e tutto il personale americano ha lasciato il paese”, ha dichiarato la portavoce Victoria Nuland sottolineando che la decisione è stata presa dopo che “il governo siriano non ha risposto in modo adeguato” alle preoccupazioni sollevate dai diplomatici americani, insieme ad altri, riguardo alla loro sicurezza e la protezione da “attacchi armati”.
Dall’Italia il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha annunciato che l’invito a espellere gli ambasciatori siriani e a richiamare i rappresentanti diplomatici a Damasco è “in questo momento oggetto di concertazione” tra Paesi europei.
Terzi ha quindi definito il veto di Russia e Cina alla risoluzione sulla Siria al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come “estremamente sgradevole, per usare un eufemismo”. Un voto “basato su considerazioni di fatto e di diritto completamente sbagliate”, ha aggiunto il ministro che “non può essere accettato”.
Anche il governo britannico ha condannato come “incomprensibile” e “ingiustificabile” il veto russo e cinese. “Vi è chiaramente una tragedia in corso in questo Paese. Russia e Cina stanno proteggendo un regime che sta uccidendo migliaia di persone. Troviamo la loro posizione sia incomprensibile che ingiustificabile”, ha detto un portavoce del primo ministro David Cameron.
“Riteniamo Russia, Cina e Iran complici diretti dell’orribile massacro eseguito contro la nostra popolazione” ha affermato in una nota il portavoce dei Fratelli Musulmani siriani, Zouheir Salem, in questo momento a Londra. Salem ha accusato i tre Paesi di fornire armi ed equipaggiamento al regime del presidente Bashar al-Assad che sta cercando di “reprimere” la rivolta iniziata in Siria 11 mesi fa, sulla scia delle altre rivoluzioni della cosiddetta ‘Primavera Araba’.
Agendo in questo modo, ha presisato il portavoce, Russia, Cina e Iran “stanno partecipando direttamente al massacro della nostra gente indifesa”. “Noi – ha precisato Salem – chiediamo al mondo intero di fermare il massacro di siriani. “Il vostro silenzio – ha concluso – sta permettendo alla mano fascista e nazista del regime di compiere altri massacri”.
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