Caso Lusi, l’ex tesoriere espulso dal Pd lui replica alle accuse: Sono infamanti
”Cancellazione dall’albo degli eletti e dall’anagrafe degli iscritti”. E’ la sanzione che la commissione di garanzia del Pd ha stabilito, all’unanimità, per il senatore Luigi Lusi. “L’espulsione non esiste più negli statuti dei partiti, concettualmente quello che abbiamo stabilito è la stessa cosa”, ha spiegato il presidente della commissione di garanzia, Luigi Berlinguer, precisando che contro questa decisione non è possibile neanche proporre ricorso. “Sono emerse gravi responsabilità del senatore Lusi non contestate, ma anzi assunte da lui stesso, che hanno causato un grave danno al Pd e che comportano incompatibilità con la permanenza del senatore Lusi nel Partito democratico”, ha spiegato ancora Berlinguer, motivando la cancellazione dell’ex esponente della Margherita dal Pd.
“Da oggi Lusi non è più iscritto al Pd, non è più un membro del Partito democratico – ha aggiunto Berlinguer – una decisione triste perché riguarda una patologia. Ma noi abbiamo gli antibiotici”.
Una “decisione coerente” per Rosy Bindi, vicepresidente della Camera dei deputati e presidente dell’Assemblea nazionale del Pd. Resta tutta l’amarezza per un comportamento gravissimo, che ha ferito gli iscritti e gli elettori del Pd”. ”Ora, la stessa determinazione e tempestività con cui abbiamo reagito per salvaguardare la nostra credibilità vanno usate per esigere che al tavolo della riforma elettorale si affronti il tema di una legge-quadro che regoli la vita dei partiti, in attuazione dell’art. 49 della Costituzione, e che preveda nuove norme sul finanziamento pubblico, per renderlo più sobrio e più trasparente, con controlli e modalità di rendicontazione più efficaci. Si tratta di un capitolo irrinunciabile del confronto sulla riforma elettorale”, conclude.
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