Siria, strage di civili ma la Ue esclude l’intervento militare
Nuova offensiva delle forze di sicurezza siriane nella notte a Homs. Tra le vittime registrate, secondo gli attivisti, ci sarebbero anche 20 bambini. L’esercito sta continuando anche questa mattina i cannoneggiamenti sulla citta’ e in particolare nel quartiere di Bab Amru. Secondo alcuni testimoni la zona sembra ormai semidistrutta e si contano 20 abitazioni in fiamme.
“In questo momento a Homs ci sono molti feriti gravi a causa del lancio dei colpi di mortaio da parte dell’esercito” rivela il medico siriano Ali al-Hazuri collegato via Internet con la tv satellitare ‘al-Arabiya’. “Il quartiere di Bab Amru e’ semi distrutto e anche il nostro ospedale e’ stato colpito – ha aggiunto – chiediamo aiuto perche’ ci sono feriti gravi da soccorrere, ma la Mezzaluna rossa non puo’ entrare perche’ fermata dai militari. Chiediamo agli arabi di muoversi e di aiutarci”. Mentre il medico parlava collegato tramite Skype, era possibile sentire in sottofondo la voce dei muezzin che gridavano “Allah e’ grande” per chiedere aiuto.
Le vittime provocate dalle forze della sicurezza di Damasco, dal fine settimana a oggi sarebbero secondo le denunce degli attivisti oltre 300. Gli abitanti di Homs temono ora un assalto di terra, a quanto riferisce l’inviato della Bbc Paul Wood, uno dei pochi giornalisti in citta’. Oggi il reporter britannico si trova alla periferia di Homs con i combattenti ribelli e spiega che i suoi contatti all’interno della citta’ riferiscono di un attacco che continua, ma anche che e’ troppo pericoloso inoltarsi all’interno per verificare il numero di morti e feriti. Un residente della zona di Baba Amr a Homs, Omar, ha spiegato alla Bbc che gli attacchi condotti con razzi e mortai sono indiscriminati. ”Ogni casa qui a Baba Amr e’ un obiettivo – ha detto – Devi essere veloce per sopravvivere. Devi essere fortunato se sei ancora vivo”.
Dagli Usa intanto, il Pentagono avrebbe iniziato a rivedere le opzioni per un eventuale intervento in Siria, che però appare sempre più lontano. Secondo l’emittente tv CNN, la Casa Bianca non ha effettuato alcuna richiesta in questo senso e neanche dal dipartimento della difesa e’ stata inviata al Presidente americano alcuna nuova informazione, e la revisione e’ decisamente preliminare. Gli Stati Uniti continuano a perseguire una soluzione diplomatica, o comunque non militare, alla crisi siriana, si precisa.
A frenare con più decisione riguardo a un possibile intervento in Siria, è l’Unione Europea, che esclude un’opzione militare per fermare le violenze del regime. Fonti europee ribadiscono inoltre che “sul tavolo non c’e’ alcuna ipotesi di creare una no-fly zone”. “Tutti i ministri degli Esteri che si sono espressi finora hanno sempre detto che l’opzione militare e’ esclusa e che la Siria non e’ la Libia”, hanno sottolineato le fonti, ricordando come “il precedente libico sia alla base delle riserve di Cina e Russia e del loro veto all’Onu”. “Nessuno vuole un intervento militare e nessuno l’ha chiesto”, hanno scandito ancora, ricordando quali furono le condizioni alla base dell’operazione in Libia del marzo dello scorso anno: la richiesta della Lega Araba, la risoluzione dell’Onu ed un intervento modellato sulle necessita’ sul terreno.
Il campo arabo infatti è profondamente diviso. Da un lato, c’è la Turchia che continua a lavorare a una nuova iniziativa per mettere fine alle violenze in Siria dopo il “fiasco” della risoluzione Onu della scorsa settimana, bloccata dal veto di Russia e Cina. Sul fronte opposto invece il segretario generale del movimento sciita libanese di Hezbollah Hassan Nasrallah che smentisce le notizie provenienti da Homs dove, dal fine settimana, diverse fonti parlano di un vero e proprio massacro. ”Abbiamo letto queste informazioni – ha detto Nasrallah partecipando a una cerimonia in occassione del compleanno di Maometto – Ma lì non e’ successo nulla”. La tempistica di queste notizie, appena prima del dibattido al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dimostra che non si basano sui fatti. E’ un tentativo di sfruttare i media”.
Social