Siria: sale a 100 il bilancio dei morti, strage di intere famiglie. Cameron: serve risposta dura
E’ di almeno 105 morti il bilancio della sanguinosa repressione messa in atto anche oggi in Siria da parte delle forze di sicurezza di Bashar al-Assad. Lo denunciano gli attivisti dei Comitati di coordinamento locale, precisando che 93 vittime si registrano solo a Homs, da giorni sotto il fuoco delle forze governative. Tra i 105 morti, secondo gli attivisti, vi sono dieci bambini e ragazzini, e si contano anche tre famiglie intere.
Oltre ai 93 morti di Homs, quattro persone sono state uccise a Maarat Al-Noman nella zona nordoccidentale di Idlib, cinque nei sobborghi della capitale Damasco (Madaya e az-Zabadani), due ad Ayn Al-Arab (Kobany) nella zona di Aleppo e una a Lattakia.
La Lega Araba riprenderà la missione dei suoi osservatori in Siria, ma con la collaborazione delle Nazioni Unite, ha annunciato il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che ha definito ”disastroso” il fallimento dell’accordo su una risoluzione che potesse portare Damasco a ”interrompere la guerra contro il suo stesso popolo”.
Sabato la Russia e la Cina hanno posto il loro diritto di veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva le dimissioni di Bashar al-Assad e la fine delle violenze in corso in Siria da metà marzo. ”Temo che la spaventosa brutalità che abbiamo visto a Homs, con armi pesanti usate contro i quartieri di civili, è un triste preambolo del peggio che deve ancora venire”, ha detto Ban a New York.
Parlando alle Nazioni Unite, Ban ha quindi aggiunto che il segretario generale della Lega Araba Nabil el-Arabi gli ha detto di essere intenzionato a riprendere la missione degli osservatori in Siria, interrotta il mese scorso per l’escalation della violenza. Ban ha poi spiegato che al-Arabi ha chiesto l’aiuto delle Nazioni Unite, suggerendo una missione di osservatori congiunta Lega Araba-Onu. L’idea è anche quella di nominare un inviato speciale congiunto.
“Nei prossimi giorni avremo ulteriori consultazioni con il Consiglio (di sicurezza dell’Onu, ndr) e annunceremo ulteriori dettagli”, ha detto Ban. ”Siamo pronti a fornire assistenza in qualsiasi modo”, con l’augurio che questo possa ”contribuire a miglioramenti sul campo”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite.
Nel vertice in programma domenica al Cairo, i ministri degli Esteri della Lega Araba discuteranno di un possibile riconoscimento del Consiglio nazionale siriano (Cns) come legittimo rappresentante del popolo siriano nel vertice in programma domenica al Cairo, secondo quanto riporta il giornale saudita semi-ufficiale al Sharq citando fonti della Lega Araba. Fonti anonime hanno inoltre riferito al quotidiano che ”i ministri cercheranno anche una soluzione urgente per fermare la macchina della morte in Siria”.
Intanto, mentre il ministero della difesa russo fa sapere che Mosca monitora con attenzione la situazione in Siria e si oppone con forza a un intervento militare nelle questioni interne siriane, la Germania ha deciso di espellere dal paese quattro diplomatici siriani. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Guido Westerwelle. “A seguito dell’arresto di due persone sospettate di spionaggio per conto della Siria ho dato istruzioni affinché quattro dipendenti dell’ambasciata siriana a Berlino venissero espulsi”, ha spiegato Westerwelle. “L’ambasciatore siriano – ha precisato – è stato informato della decisione”. Ai quattro diplomatici, tre uomini ed una donna, è stato dato tempo tre giorni per lasciare il paese.
Plaude alla decisione di Berlino il Consiglio nazionale siriano. “Accogliamo con grande favore questa decisione, che consentirà ai nostri attivisti e ai membri dell’opposizione un margine di protezione”, ha detto da Dubai all’agenzia Dpa Naji Tayyara, a capo del dipartimento esteri del Cns. “Invitiamo tutti gli altri Paesi a seguire l’esempio del governo tedesco e a monitorare i movimenti delle missioni diplomatiche siriane”, ha aggiunto.
Nei confronti della Siria e’ necessario “adottare la risposta piu’ dura possibile”. Lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron in una conferenza stampa a Stoccolma, al termine di un meeting informale dei leader dei paesi nordici e baltici.
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