Berlusconi contro i giudici: vogliono farmi fuori, una persecuzione giudiziaria e mediatica
Il Pdl sosterrà il presidente del Consiglio “fino a quando attraverso questo governo potremmo portare in Parlamento quelle riforme che sono assolutamente indispensabili”. Lo dice Silvio Berlusconi a ‘La telefonata’ su Canale 5.
Per ottenere l’approvazione delle riforme, spiega Berlusconi, “ci siamo fatti da parte. Spero che gli italiani abbiano chiaro il gesto che è stato compiuto da me e dal mio governo, unico nella storia della Repubblica italiana e non solo. Noi siamo maggioranza in Parlamento e ci siamo fatti da parte per mettere in campo un governo di tecnici, le cui decisioni e i cui provvedimenti potessero trovare il voto sia della maggioranza che dell’opposzione”.
“E questo -sottolinea ancora l’ex premier- non soltanto per poter approvare con tempestività le leggi di emergenza chieste dall’Europa e necessarie per rilanciare la nostra economia, ma soprattutto per poter approvare in Parlamento che sono l’architettura costituzionale del paese, senza le quali non lo si può modernizzare: il numero dei deputati, la Corte costituzionale, il potere del Consiglio dei ministri, ma anche la riforma del lavoro, della giustizia e del fisco. Tutte riforme che una sola parte politica non puo’ fare con i suoi soli voti”.
L’ex premier ha poi assicurato che non c’è “assolutamente” nessuna rottura definitiva tra Pdl e Lega. “La Lega -spiega Berlusconi – in questo momento ha bisogno di mostrare la sua identità e quindi nelle elezioni di primavera intende andare da sola, ma la nostra è una collaborazione ormai consolidata nel tempo, robusta e leale, che sono certo continuerà ancora”.
Nel corso del sup intervento alla trasmissione condotta da Maurizio Belpietro, il Cavaliere ha parlato anche del processo per il cosiddetto caso Mills, definendolo “una grande operazione di diffamazione giudiziaria e mediatica che non ha avuto eguali nel mondo”. Le richieste formulate ieri dall’accusa, dice, rappresentano “solo l’ultimo atto di una persecuzione giudiziaria e di una operazione di diffamazione senza limiti che hanno fatto del Tribunale di Milano un tribunale speciale per cercare di eliminare Silvio Berlusconi dalla vita politica e anche per infangarlo come persona. Il processo Mills è frutto della determinazione di un pm che non ha mai fatto nulla per nascondere il suo pregiudizio politico e la sua avversione personale nei miei confronti”.
Berlusconi ripercorre la vicenda giudiziaria, sottolineando che “tutte le prove dimostrano il contrario” rispetto all’accusa di corruzione, “che fa a pugni con la logica, con il buon senso, con le prove emerse nel dibattimento, con le dichiarazioni dello stesso Mills”.
Il leader del Pdl definisce poi “un giudizio violento, assurdo”, l’affermazione del pm Fabio De Pasquale secondo la quale la difesa avrebbe fatto ricorso a formalismi utilizzati da imputati per mafia. “In qualunque Paese democratico non sarebbe neppure immaginabile da parte di un magistrato, ma non in Italia dove alcuni magistrati ritengono di essere al di sopra della legge e sono sicuri di non subire alcuna sanzione, anche quando sbagliano per colpa grave o dimostrano con tutta evidenza di non essere indipendenti. Quella parola mafia e’ la fotografia di un pm che non e’ imparziale, che non cerca neppure di apparire tale e che fino ad ora e’ stato assecondato dal collegio giudicante”.
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