Kabul, bruciano Corano nella base americana: rabbia in Afghanistan 8 morti. Chiusa l’ambasciata Usa
Sale la tensione in Afghanistan dopo la profanazione di alcune copie del Corano avvenuta ieri nella base americana di Bagram. Centinaia di manifestanti sono scesi oggi di nuovo in piazza in particolare a Jalalabad, nell’est del Paese, e a Kabul, scandendo slogan come “Morte all’America“. Il bilancio provvisorio sarebbe di un morto e una ventina di feriti, anche se si suppone che possa aumentare di ora in ora.
Un medico interpellato dalla Bbc denuncia l’uccisione di una persona e il ferimento di dieci a Jalalabad. Altri dieci feriti si registrano invece nella capitale dove le forze di sicurezza avrebbero esploso colpi d’arma da fuoco in aria. Chiusa a titolo precauzionale l’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul e il suo personale è barricato all’interno.
Le proteste sono in corso da ieri, dopo la diffuzione della notizia che alcuni addetti della base aerea, che si trova a nord della capitale, avevano dato fuoco a materiale religioso islamico, fra cui almeno quattro copie del libro sacro per i musulmani.
Sassi e pietre sono stati lanciati contro Camp Phoenix, la principale base americana alla periferia di Kabul, mentre nella città di Jalalabad i dimostranti avrebbero paralizzato il traffico bloccando le principali arterie di comunicazione. Ma le proteste sono arrivate anche a Herat dove sono dispiegati la maggior parte dei militari italiani in Afghanistan nell’ambito della missione della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). Lo riferisce la tv locale Tolo senza precisare in quale zona della città si registrino le manifestazioni.
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