Crisi, in picchiata le vendite al dettaglio nel mese di dicembre. Mai così dal 2009
A dicembre 2011 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio ha segnato una diminuzione dell’1,1% rispetto al mese precedente mentre sullo stesso mese del 2010 il calo è del 3,7%. Lo comunica l’Istat segnalando che nella media del trimestre ottobre-dicembre 2011 l’indice è diminuito dell’1% rispetto ai tre mesi precedenti.
Nel confronto con novembre 2011, diminuiscono le vendite sia per i prodotti alimentari (-1%) sia per quelli non alimentari (-1,2%). Su base annua le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dell’1,7%, quelle di prodotti non alimentari del 4,4%. Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di dicembre 2010, flessioni marcate sia per la grande distribuzione (-3,9%), sia per le imprese operanti su piccole superfici (-3,5%). Nel complesso del 2011, l’indice grezzo diminuisce dell’1,3% rispetto al 2010. Le vendite di prodotti alimentari segnano una variazione nulla, mentre quelle di prodotti non alimentari diminuiscono dell’1,8%.
”Il dato negativo sulle vendite segnala ancora una volta in modo drammatico il calo dei consumi. Ancora più allarmante il quasi tracollo dei piccoli negozi che chiudono il 2011 con un -1,4% che suggella uno sconfortante quinquennio all’insegna del segno meno”, ha rimarcato Confesercenti. ”Sono dati – ha sottolineato – che devono fare riflettere a fondo Governo e Parlamento almeno su due questioni: non potrà esserci ripresa senza che i consumi ripartano e quindi serve un intervento fiscale incisivo per alleggerire la pressione fiscale su imprese e famiglie”. In secondo luogo, ”questi dati ammoniscono sul fatto che è del tutto impensabile aumentare il costo del lavoro sulle Pmi se non si vuole raggiungere il risultato di altre chiusure di imprese e di nuova contrazione dell’occupazione”.
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