Marchionne minaccia: Senza competitività in Italia a rischio 2 stabilimenti
“Tutti gli stabilimenti staranno al loro posto. Abbiamo tutto per riuscire a cogliere l’opportunita’ di lavorare in modo competitivo anche per gli Stati Uniti, ma se non accadesse dovremmo ritirarci da 2 siti dei 5 in attivita’” in Italia. Lo afferma l’ad di Fiat Sergio Marchionne in una lunga intervista al ‘Corriere della Sera”. Alla domanda su quali potrebbero essere gli stabilimenti da chiudere nel nostro paese, Marchionne non risponde, ricorrendo a un paragone cinematografico. “Ricorda ‘Sophie’s choice’? Nel film, alla fermata del treno il nazista chiede a Sophie uno dei suoi due figli. In caso contrario li avrebbe ammazzati tutti e due. Sophie resiste – afferma l’ad di Fiat – ma alla fine deve scegliere e passa il resto della sua esistenza con l’incubo di quella decisione. Dunque, per favore, non me lo chieda”.
Alla Fiat un nuovo aumento di capitale “non serve. Nel 2012 investiremo oltre 7 miliardi, ma senza aumentare il debito. Useremo semmai un po’ della nostra liquidita’”, annuncia poi Marchionne. Spiegando la scelta di non distribuire dividendo alle azioni ordinarie l’ad osserva che “e’ il momento di rafforzare il patrimonio. Piu’ in generale, si deve capire che l’auto e’ un business che, quando tira, genera molta cassa. Gia’ nel 2007 il gruppo Fiat aveva azzerato il debito industriale netto”. “Fiat spende in ricerca e sviluppo il 5,3% dei ricavi – aggiunge l’ad del gruppo – La media dei produttori generalisti europei e’ del 5,7%. Ce la stiamo giocando. La multipiattaforma Volkswagen rientra nei processi di standardizzazione e razionalizzazione comuni a tutti i produttori, anche se c’e’ chi ha cominciato prima e chi, come noi, un po’ dopo. Ferdinand Piech e’ un grandissimo”. “Ma con le sue 10 architetture, Fiat-Chrysler riuscira’ a non sacrificare le prestazioni delle vetture di segmento superiore e a non caricare costi insostenibili su quelle di segmento inferiore. Gia’ nel 2014 – conclude Marchionne – meta’ dei nuovi modelli Chrysler e Fiat verranno da una piattaforma comune”.
A proposito dei rapporti con i sindacati Marchionne afferma che “con Epifani si riusciva a ragionare di piu’. Camusso forse parla troppo della Fiat e di Marchionne sui media e troppo poco con noi”. “Io sono un metalmeccanico che fa automobili. E fatica a capire chi considera Parlamenti i sindacati” aggiunge. “In America, il capo della Uaw comanda e sa prendere impegni. Lo stesso accade in Germania con l’Ig Metal. E, mi creda, non sono sindacati comodi” sottolinea Marchionne. A proposito di Fiom, inoltre, l’ad di Fiat sottolinea di considerare “Landini piu’ rigido, molto di piu’ del suo predecessore, Gianni Rinaldini, con cui si poteva dialogare”.”Ci sono stati incontri riservati con esponenti della Fiom. La sinistra piu’ intelligente ha provato a ricucire. Ma e’ andata male. Non possono pretendere che, nei fatti, sconfessi Cisl, Uil, Ugl e Fismic” conclude.
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