Milan-Juve, non si placano le polemiche. Buffon: Ridirei le stesse cose
“Mi addolora il fatto che il mio portiere e capitano della mia nazionale abbia detto cose che si poteva risparmiare e che non sono esempio per i giovani”. Marcello Nicchi, presidente dell‘Aia, commenta così le parole di Gigi Buffon dopo Milan-Juve. Il portiere bianconero ha ammesso, parlando del gol fantasma di Muntari, che anche qualora se ne fosse accorto non lo avrebbe detto all’arbitro. “Ci vuole cautela prima di esternarlo così, ci sono tanti giovani che devono prendere esempio dai grandi campioni. Mi stavo convincendo che fossero maturi i tempi per mandare in sala stampa gli arbitri, a partire dal prossimo anno. Ma credo che dovremo fare un passo indietro”, dice Nicchi ai microfoni di Radio Anch’io Lo sport.
Quanto agli errori commessi dalla terna arbitrale guidata da Paolo Tagliavento durante la partita, il n.1 dell’Aia spiega che “sono stati compiuti errori gravi che sono sotto gli occhi di tutti. Io ero in tribuna, ho visto quello che è successo e ancora oggi non mi spiego come sia potuto accadere. Tagliavento ha sbagliato l’approccio”. Quindi passa al contrattacco: “Gli arbitri devono rimanere fuori da questo gioco al massacro che si sta sviluppando nel calcio italiano. Il calcio sta rischiando molto e si vedono cose non gratificanti”. “Ogni volta che la palla arriva in area ci sono cinque giocatori che cadono a terra e dieci mani che si alzano. Ogni fallo laterale parte un mezzo ‘vaffa’, nei falli è una protesta continua. Non so cosa stia accadendo a questi giocatori e perché entrano in campo con questa tensione”, osserva Nicchi. “Ma noi come arbitri, se siamo soli, dobbiamo fare un’operazione di autodifesa applicando il regolamento e d’ora in poi lo faremo in modo restrittivo su tutti i campi. Tutto questo non è più accettabile. Il regolamento prevede l’ammonizione per quando si protesta e il rosso quando si va fuori dalle righe o si entra a piedi pari su un avversario. Nell’incertezza sulla gravità o meno di un fallo si manda fuori. Così -spiega- ricominciamo a mettere un po’ di ordine in campo”..
“In questo fine settimana è stato certificato il fatto che nessuno intende aiutarci”, sottolinea Nicchi. “Le tv fanno le telecronache sugli arbitri. Con i calciatori c’è un bel rapporto, purtroppo però ci sono dei personaggi in campo che non apprezzano questo e sono loro a fare il danno a chi invece cerca il dialogo. L’arbitro è l’unico che va in campo con il regolamento, ma c’è un problema ‘televisivo’. La partita ormai la arbitrano le tv, ma è un altro arbitraggio perché loro lo fanno con un mezzo elettronico. Noi usciamo ogni domenica sconfitti dal campo perché le televisioni fanno vedere tutto, anche quello che l’arbitro non puo’ vedere”.
Nicchi passa poi in rassegna alcuni dei casi più discussi dell’ultimo weekend di campionato: “Il fuorigioco della Fiorentina sul gol annullato contro la Lazio è netto e si è messo in dubbio, il fallo di Siena era da ultimo uomo e ci sta l’espulsione di Balzaretti, il rigore di Di Natale c’era perché il giocatore era stato atterrato sulla linea, che fa parte dell’area”. Il problema, secondo Nicchi, è che “c’è un business in mano alle televisioni, ognuno deve giustificare un contratto miliardario e per questo c’è la corsa ai microfoni dopo la partita”.
E sulla scelta di puntare solo su 20 arbitri per la serie A: “Se fossero 30 sarebbe meglio perché ci sarebbe più rotazione ma è una cosa che ha voluto la Lega: ci ha chiesto di mettere a disposizione i migliori e che 20 bastano, noi abbiamo aderito ma abbiamo anche chiesto di proteggerli. E’ mai avvenuto questo?”, domanda Nicchi. Circa le indiscrezioni che danno per chiusa la carriera di Romagnoli, il guardalinee di Milan-Juve, il capo degli arbitri precisa: “La carriera non è chiusa per nessuno, Romagnoli ha fatto benissimo per anni ed è una persona per bene che lavora. Ha sbagliato, ma era il n.1. Promozioni e retrocessioni le decideremo quando sarà il momento con tranquillità”.
“Nella mia vita non sono mai stato ipocrita. Ridirei le stesse cose, identiche. Se dicessi una cosa diversa mi prenderei la responsabilita’, magari in una finale Mondiale, di comportarmi di conseguenza. E non ho questa forza”. Gigi Buffon non si pente di quanto detto dopo la sfida Milan-Juve di campionato. Il portiere bianconero e della nazionale parlando del gol fantasma di Muntari ha confessato che, anche qualora lo avesse visto, non lo avrebbe segnalato all’arbitro. “Ognuno ha il suo pensiero, io ho il mio. Rispetto quello degli altri, ma gli altri rispettino il mio”, dice Buffon ai microfoni di Sky. “A prescindere dal mio ruolo faccio parte della societa’ ed esprimo il mio parere che puo’ essere condivisibile o meno, ma di quello che pensano gli altri mi interessa fino a un certo punto”. Buffon commenta anche le parole di Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, secondo il quale gli arbitri in campo non sono aiutati dai calciatori. Il n.1 della classe arbitrale ha anche annunciato che d’ora in poi ci sara’ maggiore severita’ di giudizio. “Non ho capito che tipo di aiuto dovremmo dare, ognuno ha il proprio ruolo. Altrimenti arbitrano i giocatori ed e’ finito il discorso. Sinceramente non capisco, e’ una retorica talmente avvilente che e’ quasi stucchevole”.
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