Berlusconi lancia per il 2013 un governo a tre con Casini e Bersani. Ma il leader Pd dice no: Il partitone non esiste in natura
”Sì” a un governo con membri politici di Pdl, Pd eTerzo Polo nel 2013. Lo dice da Bruxelles l’ex premier Silvio Berlusconi ”perché – afferma – la democrazia si sostiene e si concretizza nei partiti, quindi i partiti devono continuare a esistere e rappresentare i cittadini”.
Su una grossa coalizione il Cavaliere frena ma non troppo: “Vediamo, vediamo, noi siamo responsabili – afferma – . Lo abbiamo dimostrato facendo un passo indietro, con generosità, perché siamo assolutamente convinti che se non si attua una riforma del lavoro, del fisco, della giustizia, e dell’architettura istituzionale il nostro Paese non può essere governato”. Cosa succederà in vista del 2013 ”dipende da ciò che avverrà, dipende dalla possibilità di trovare un accordo sulle riforme con la sinistra e l’opposizione”, ha aggiunto. Senza di queste, infatti, secondo il leader del Pdl “l’Italia non è governabile né va avanti”.
L’ex premier tiene comunque aperta la porta anche alla Lega: “Io penso che non esistano situazioni tali per non poter recuperare” un rapporto con il Carroccio. Esiste un rapporto di “amicizia personale fra i leader del mio partito e quelli della Lega”, con cui il Pdl ha “avuto una reale e solida collaborazione”, anche se il Carroccio “ha scelto la strada che conoscete a queste elezioni amministrative”.
Ma a gelare l’idea di una ‘grosse koalition’ è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani per il quale ”il partitone unico non esiste in natura”
Meno netto il leader Udc Pier Ferdinando Casini che intervistato a ‘Piazzapulita’ su La7 ‘esclude comunque l’ipotesi di una nuova esperienza di governo con il fondatore del Pdl. ”Io e Berlusconi di nuovo insieme in un partito? Per me non è possibile. Certo se domani dovesse dire che ha sbagliato e che il suo governo è stato negativo per l’Italia tutto sarebbe possibile”, aggiunge. ”Il sostegno di Berlusconi a Monti – prosegue – è già qualcosa, ma lui considera il governo come una prosecuzione del suo, ma per me è una frattura. Una ‘conversione’ di Berlusconi? San Paolo sulla via di Damasco si è convertito, da gran libertino è diventato santo. San Silvio? Bisogna chiederlo a lui”, dice Casini.
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