Brescia, follia omicida: camionista barese uccide l’ex moglie, la figlia e il fidanzato
Follia omicida a Brescia, dove un uomo di 34 anni ha ucciso l’ex moglie 45enne e altre tre persone. E’ accaduto questa mattina intorno alle 3.30.
Mario Albanese, 34enne, camionista originario di Modugno in provincia di Bari, si era appostato sotto la casa di famiglia per aspettare la ex, Francesca Alleruzzo, 45 anni, maestra in una scuola elementare di San Polo. Quando l’ha vista arrivare con il suo nuovo compagno, Vito Macadino di 56 anni, ha fatto fuoco.
Poi è salito e, incurante della presenza nell’appartamento delle tre figlie di soli 9, 6 e 5 anni che aveva avuto dalla donna, ha sparato ancora con la sua calibro 92 dalla matricola abrasa, uccidendo Chiara Matalone, la figlia che l’ex moglie aveva avuto da un precedente rapporto, e il suo fidanzato, Domenico Tortorici, entrambi di 19 anni. I due giovani si trovavano a Brescia solo di passaggio, per trovare la madre di lei.
L’omicida ha quindi tentato di scappare, ma è stato bloccato da un carabiniere del nucleo radiomobile libero dal servizio che, abitando lì vicino, ha sentito gli spari ed è intervenuto, consegnandolo poi agli uomini della Squadra mobile.
Il 34enne, accusato di omicidio plurimo aggravato, non ha risposto alle domande del pm avvalendosi della facoltà di non rispondere e chiudendosi nel silenzio.
Albanese – un arresto per contrabbando una quindicina di anni fa, più un precedente per truffa e reati contro il patrimonio ma niente stalking o denunce e segnalazioni per comportamenti violenti - potrebbe aver agito sotto effetto di stupefacenti. Addosso all’omicida e’ stata trovata della sostanza stupefacente, forse marijuana. Prima di essere portato negli uffici della Questura, è stato sottoposto in ospedale a esami tossicologici che diranno se abbia assunto sostanze stupefacenti prima della strage.
Le figlie dell’omicida e della sua vittima, portate in questura, sono al momento seguite da personale specializzato della Sezione minori.
Si chiama Ivano Gatti l’appuntato scelto del Nucleo Radiomobile di Brescia, che è intervenuto per disarmare Mario Albanese. Gatti, che vive accanto al luogo della strage, era da poco rientrato a casa quando ha sentito i primi due colpi, a cui ne sono seguiti altri. Il carabiniere e’ cosi’ sceso in strada e si e’ trovato faccia a faccia con l’autore della strage che in quel momento si stava puntando la pistola alla tempia. Ma l’arma si e’ inceppata e il carabiniere fuori servizio ne ha approfittato per tentare di disarmarlo. Ne e’ nato un inseguimento e il carabiniere e’ riuscito a sottrargli il caricatore mentre stava sopraggiungendo una volante della Questura di Brescia. L’appuntato e’ cosi’ tornato verso la casa della strage e li’ si e’ trovato di fronte alle tre bambine, figlie dell’omicida e della sua vittima, in lacrime e molto provate e le ha portate a casa sua in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
Mario Albanese, 34enne, camionista originario di Modugno in provincia di Bari, si era appostato sotto la casa di famiglia per aspettare la ex, Francesca Alleruzzo, 45 anni, maestra in una scuola elementare di San Polo. Quando l’ha vista arrivare con il suo nuovo compagno, Vito Macadino di 56 anni, ha fatto fuoco.
Poi è salito e, incurante della presenza nell’appartamento delle tre figlie di soli 9, 6 e 5 anni che aveva avuto dalla donna, ha sparato ancora con la sua calibro 92 dalla matricola abrasa, uccidendo Chiara Matalone, la figlia che l’ex moglie aveva avuto da un precedente rapporto, e il suo fidanzato, Domenico Tortorici, entrambi di 19 anni. I due giovani si trovavano a Brescia solo di passaggio, per trovare la madre di lei.
L’omicida ha quindi tentato di scappare, ma è stato bloccato da un carabiniere del nucleo radiomobile libero dal servizio che, abitando lì vicino, ha sentito gli spari ed è intervenuto, consegnandolo poi agli uomini della Squadra mobile.
Il 34enne, accusato di omicidio plurimo aggravato, non ha risposto alle domande del pm avvalendosi della facoltà di non rispondere e chiudendosi nel silenzio.
Albanese – un arresto per contrabbando una quindicina di anni fa, più un precedente per truffa e reati contro il patrimonio ma niente stalking o denunce e segnalazioni per comportamenti violenti - potrebbe aver agito sotto effetto di stupefacenti. Addosso all’omicida e’ stata trovata della sostanza stupefacente, forse marijuana. Prima di essere portato negli uffici della Questura, è stato sottoposto in ospedale a esami tossicologici che diranno se abbia assunto sostanze stupefacenti prima della strage.
Le figlie dell’omicida e della sua vittima, portate in questura, sono al momento seguite da personale specializzato della Sezione minori.
Si chiama Ivano Gatti l’appuntato scelto del Nucleo Radiomobile di Brescia, che è intervenuto per disarmare Mario Albanese. Gatti, che vive accanto al luogo della strage, era da poco rientrato a casa quando ha sentito i primi due colpi, a cui ne sono seguiti altri. Il carabiniere e’ cosi’ sceso in strada e si e’ trovato faccia a faccia con l’autore della strage che in quel momento si stava puntando la pistola alla tempia. Ma l’arma si e’ inceppata e il carabiniere fuori servizio ne ha approfittato per tentare di disarmarlo. Ne e’ nato un inseguimento e il carabiniere e’ riuscito a sottrargli il caricatore mentre stava sopraggiungendo una volante della Questura di Brescia. L’appuntato e’ cosi’ tornato verso la casa della strage e li’ si e’ trovato di fronte alle tre bambine, figlie dell’omicida e della sua vittima, in lacrime e molto provate e le ha portate a casa sua in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
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