Tav, Napolitano: Basta intimidazioni e violenze. E dice no all’incontro con i sindaci
“Rivolgo il più caldo appello a quanti restano non convinti della pur rilevante importanza, per l’Italia e per l’Europa, di quell’opera, affinché desistano da comportamenti inammissibili”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una dichiarazione in vista della sua visita domani a Torino per un importante evento istituzionale già da tempo in programma, in merito alla questione della Tav.
“C’è bisogno nel Paese di un clima costruttivo - sottolinea il capo dello Stato – nel quale l’attenzione e gli sforzi si concentrino sull’impegno a garantire sviluppo, occupazione, giustizia sociale”.
“L’espressione del sacrosanto diritto al dissenso su qualsiasi scelta e decisione politica e di governo – ammonisce Napolitano -, deve escludere il ricorso a violazioni di legge, violenze, intolleranze e intimidazioni, come quelle che si sono purtroppo verificate anche negli scorsi giorni in nome dell’opposizione al progetto Tav Torino-Lione”.
“Sarò domattina a Torino per un importante evento istituzionale già da tempo in programma – spiega -. Mi si rivolge ora qualche richiesta o invito perché colga l’occasione per incontrare ‘gli amministratori’ della Valle di Susa, o una parte di essi. Sono ben consapevole della gravità delle tensioni insorte in quella realtà, con pesanti riflessi sull’ordine pubblico in altre parti del Paese. Ma non posso aderire a incontri in cui si discutano decisioni come quelle relative alla linea Torino-Lione: decisioni che non mi competono, che sono state via via assunte dalle istanze di governo responsabili e che hanno già formato oggetto, nel corso di parecchi anni, di molte discussioni e mediazioni”.
“Proprio in coerenza con la natura del mio mandato e del mio ruolo – sottolinea il capo dello Stato - non entro nel merito di contrasti politici. Ma considero mio dovere riaffermare il principio di legalità, il rispetto delle leggi e delle forze poste a presidio dello Stato democratico, come supremo valore costituzionale e fondamento della convivenza civile”.
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