Il giorno della Fiom. Landini minaccia lo sciopero generale e la piazza fischia la Cgil
Sono arrivate da tutta Italia le diverse migliaia di lavoratori della Fiom che hanno manifestato per le strade della capitale.
Ad aprire il corteo lo striscione ‘Democrazia al lavoro’. Tante le bandiere. I manifestanti hanno scandito cori come ’L'art. 18 non si tocca’ e ‘Per fortuna la Fiom c’è’. Non sono mancate contestazioni contro il governo Monti e il Pd, assente alla manifestazione.
Uova sono state lanciate contro la vetrina dell’agenzia di Banca Intesa a piazza Indipendenza a Roma da un gruppo di studenti che, partiti da piazzale Aldo Moro, si sono uniti al corteo della Fiom. I ragazzi hanno anche affisso uno striscione con la scritta ‘Con l’augurio di un fallimento ad alta velocità’. Blitz di alcuni studenti anche davanti alla sede dell’Inps di via dell’Amba Aradam, dopo essersi staccati dal corteo. I manifestanti hanno esposto per alcuni minuti davanti alla sede Inps uno striscione ‘inventatevi ‘na proposta seria’.
Questa mattina, poi, alcuni studenti hanno denunciato un’aggressione avvenuta mentre si organizzavano davanti al liceo Righi. Secondo quanto si è appreso tre persone sono rimaste ferite.
A partecipare al corteo Fiom anche due dei tre operai della Fiat di Melfi licenziati e poi reintegrati e i manifestanti no Tav che chiedono: ‘Giù le mani dalla Valsusa’.
La Fiom si ”augura che sia possibile trovare un accordo” sulla riforma del mercato del lavoro ma chiede che il governo ”tolga dal tavolo la riforma dell’art. 18”. E’ il leader delle tute blu della Cgil Maurizio Landini a fissare i paletti dei metalmeccanici sul negoziato in corso tra esecutivo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. ”Non è facilitando i licenziamenti che si risolve il problema”, ha detto. Quanto agli ammortizzatori sociali, i metalmeccanici Cgil chiedono che sia ”estesa a tutti la cassa integrazione facendo pagare le imprese che oggi non pagano” e aprendo alla possibilità di istituire ”un reddito di cittadinanza”. Non solo: dal negoziato Landini si attende ”che si cancellino tutte le forme inutili di precarietà”.
E “se da lunedì non si avvierà una trattativa seria e non ci saranno risposte – ha avvertito - da questa piazza arriva la disponibilità ad una nuova mobilitazione anche fino allo sciopero generale”.
”Se le forze politiche, che si richiamano a sinistra, sono in grado di recuperare una rappresentanza dei lavoratori non potrà fargli che bene perché preoccupa, in questa fase, la distanza che si sta creando tra gente comune e la politica in quanto tale”, ha detto ancora Landini, commentando la decisione del Pd di non partecipare al corteo che sostiene le 8 ore di sciopero generale proclamate dalle tute blu della Cgil.
Poi, rivolto all’ad Fiat, Landini ha chiesto: “Marchionne smetta questo atteggiamento autoritario verso i lavoratori e riapra una trattativa vera”. ”Governo e Parlamento non si calino il cappello di fronte a Marchionne perché se passa questa logica significa che anche loro subiscono il suo ricatto”, ha detto ancora Landini. ”Vogliamo che si investa in Italia e che il governo sia garante di un piano di investimenti pubblici e privati che aumenti il lavoro – ha proseguito -. E questo non solo deve valere per Fiat, per Finmeccanica e Alcoa perché c’è il rischio concreto che un intero sistema industriale scompaia”.
Landini ha difeso, poi, le ragioni del sindacato e dei rappresentanti territoriali che si schierano contro la costruzione della Tav: ”Non sempre cambiare idea è un errore soprattutto se ci si rende conto che il problema è anche cambiare un modello di sviluppo”.
Sandro Plano, presidente delle Comunità montane della Val di Susa, ringrazia la Fiom per l’invito alla manifestazione: ”Vedo tante bandiere ma non quelle del mio partito; sono iscritto al Pd. Se per il Pd la mia presenza è un problema, mi dispiace. Ma se è una scusa per non esserci, mi dispiace ancora di più”. ”La nostra non è solo una battaglia per il nostro giardino ma è una battaglia che ci accomuna per la democrazia nelle fabbriche e nelle valli”, ha detto dal palco, ritrovando analogie tra Fiom e no Tav.
Fischi alla Cgil. Il segretario confederale di Corso d’Itaiia, Vincenzo Scudiere, in rappresentanza del leader Susanna Camusso impegnata a New York, ha avuto qualche difficoltà ad intervenire dal palco della manifestazione delle tute blu della Cgil. Fischi, slogan e cori non amichevoli hanno scandito tutto l’intervento del sindacalista soprattutto nel momento in cui Scudiere ha fatto riferimento al tavolo della trattativa con il Governo sulla riforma del mercato del lavoro.
Non sono mancate adesioni alla manifestazione dal mondo politico. “L’Idv è scesa in piazza con la Fiom per difendere il lavoro, perché in Italia tira una brutta aria. Qualcuno pensa di risolvere i problemi economici del nostro paese trasformandolo in una piccola Cina”, ha detto il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo Donadi.
Il senatore del Pd Vincenzo Vita spiega la sua decisione di partecipare al corteo: “Penso che oggi il Partito democratico abbia fatto un errore”.
Sul tema della riforma del lavoro è intervenuto oggi anche il capo dello Stato. “C’e’ un negoziato in corso – ha premesso Giorgio Napolitano al termine di un convegno alla Camera – non si stanno facendo semplicemente delle conversazioni tra parti sociali, e si sta entrando nel merito. Vedremo quali saranno i punti di caduta conclusivi. Credo sia necessario un atteggiamento aperto verso modifiche che sono mature, tenendo fermi i fondamentali principi – ha concluso Napolitano – quali il rispetto dei diritti e della dignità del lavoro. Si tratta di avere una visione aperta delle esigenze di rinnovamento”.
Ad aprire il corteo lo striscione ‘Democrazia al lavoro’. Tante le bandiere. I manifestanti hanno scandito cori come ’L'art. 18 non si tocca’ e ‘Per fortuna la Fiom c’è’. Non sono mancate contestazioni contro il governo Monti e il Pd, assente alla manifestazione.
Uova sono state lanciate contro la vetrina dell’agenzia di Banca Intesa a piazza Indipendenza a Roma da un gruppo di studenti che, partiti da piazzale Aldo Moro, si sono uniti al corteo della Fiom. I ragazzi hanno anche affisso uno striscione con la scritta ‘Con l’augurio di un fallimento ad alta velocità’. Blitz di alcuni studenti anche davanti alla sede dell’Inps di via dell’Amba Aradam, dopo essersi staccati dal corteo. I manifestanti hanno esposto per alcuni minuti davanti alla sede Inps uno striscione ‘inventatevi ‘na proposta seria’.
Questa mattina, poi, alcuni studenti hanno denunciato un’aggressione avvenuta mentre si organizzavano davanti al liceo Righi. Secondo quanto si è appreso tre persone sono rimaste ferite.
A partecipare al corteo Fiom anche due dei tre operai della Fiat di Melfi licenziati e poi reintegrati e i manifestanti no Tav che chiedono: ‘Giù le mani dalla Valsusa’.
La Fiom si ”augura che sia possibile trovare un accordo” sulla riforma del mercato del lavoro ma chiede che il governo ”tolga dal tavolo la riforma dell’art. 18”. E’ il leader delle tute blu della Cgil Maurizio Landini a fissare i paletti dei metalmeccanici sul negoziato in corso tra esecutivo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. ”Non è facilitando i licenziamenti che si risolve il problema”, ha detto. Quanto agli ammortizzatori sociali, i metalmeccanici Cgil chiedono che sia ”estesa a tutti la cassa integrazione facendo pagare le imprese che oggi non pagano” e aprendo alla possibilità di istituire ”un reddito di cittadinanza”. Non solo: dal negoziato Landini si attende ”che si cancellino tutte le forme inutili di precarietà”.
E “se da lunedì non si avvierà una trattativa seria e non ci saranno risposte – ha avvertito - da questa piazza arriva la disponibilità ad una nuova mobilitazione anche fino allo sciopero generale”.
”Se le forze politiche, che si richiamano a sinistra, sono in grado di recuperare una rappresentanza dei lavoratori non potrà fargli che bene perché preoccupa, in questa fase, la distanza che si sta creando tra gente comune e la politica in quanto tale”, ha detto ancora Landini, commentando la decisione del Pd di non partecipare al corteo che sostiene le 8 ore di sciopero generale proclamate dalle tute blu della Cgil.
Poi, rivolto all’ad Fiat, Landini ha chiesto: “Marchionne smetta questo atteggiamento autoritario verso i lavoratori e riapra una trattativa vera”. ”Governo e Parlamento non si calino il cappello di fronte a Marchionne perché se passa questa logica significa che anche loro subiscono il suo ricatto”, ha detto ancora Landini. ”Vogliamo che si investa in Italia e che il governo sia garante di un piano di investimenti pubblici e privati che aumenti il lavoro – ha proseguito -. E questo non solo deve valere per Fiat, per Finmeccanica e Alcoa perché c’è il rischio concreto che un intero sistema industriale scompaia”.
Landini ha difeso, poi, le ragioni del sindacato e dei rappresentanti territoriali che si schierano contro la costruzione della Tav: ”Non sempre cambiare idea è un errore soprattutto se ci si rende conto che il problema è anche cambiare un modello di sviluppo”.
Sandro Plano, presidente delle Comunità montane della Val di Susa, ringrazia la Fiom per l’invito alla manifestazione: ”Vedo tante bandiere ma non quelle del mio partito; sono iscritto al Pd. Se per il Pd la mia presenza è un problema, mi dispiace. Ma se è una scusa per non esserci, mi dispiace ancora di più”. ”La nostra non è solo una battaglia per il nostro giardino ma è una battaglia che ci accomuna per la democrazia nelle fabbriche e nelle valli”, ha detto dal palco, ritrovando analogie tra Fiom e no Tav.
Fischi alla Cgil. Il segretario confederale di Corso d’Itaiia, Vincenzo Scudiere, in rappresentanza del leader Susanna Camusso impegnata a New York, ha avuto qualche difficoltà ad intervenire dal palco della manifestazione delle tute blu della Cgil. Fischi, slogan e cori non amichevoli hanno scandito tutto l’intervento del sindacalista soprattutto nel momento in cui Scudiere ha fatto riferimento al tavolo della trattativa con il Governo sulla riforma del mercato del lavoro.
Non sono mancate adesioni alla manifestazione dal mondo politico. “L’Idv è scesa in piazza con la Fiom per difendere il lavoro, perché in Italia tira una brutta aria. Qualcuno pensa di risolvere i problemi economici del nostro paese trasformandolo in una piccola Cina”, ha detto il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo Donadi.
Il senatore del Pd Vincenzo Vita spiega la sua decisione di partecipare al corteo: “Penso che oggi il Partito democratico abbia fatto un errore”.
Sul tema della riforma del lavoro è intervenuto oggi anche il capo dello Stato. “C’e’ un negoziato in corso – ha premesso Giorgio Napolitano al termine di un convegno alla Camera – non si stanno facendo semplicemente delle conversazioni tra parti sociali, e si sta entrando nel merito. Vedremo quali saranno i punti di caduta conclusivi. Credo sia necessario un atteggiamento aperto verso modifiche che sono mature, tenendo fermi i fondamentali principi – ha concluso Napolitano – quali il rispetto dei diritti e della dignità del lavoro. Si tratta di avere una visione aperta delle esigenze di rinnovamento”.
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