Tobin Tax? Il sì di Monti: Ma è necessaria una attenta valutazione dell’impatto
L’Italia conferma “il sostegno generale agli obiettivi della proposta” della Commissione europea sull’introduzione della tobin tax, ma chiede “un’accurata valutazione del suo impatto”. A illustrare la posizione del nostro governo sulla tassa per le transazioni finanziarie è stato il premier Mario Monti, intervenendo al dibattito in sessione pubblica all’Ecofin, durante il quale ha ribadito “la forte preferenza per un accordo tra tutti gli Stati membri”, sottolineando come una mancata intesa a livello globale non dovrebbe essere “una buona ragione per paralizzare la nostra attività”.
“Incoraggiamo gli sforzi tesi a raggiungere un accordo sulla proposta della Commissione e confermo il sostegno generale agli obiettivi della proposta”, ha detto Monti, dicendosi d’accordo con quanto sostenuto dalla presidenza danese dell’Ue, secondo cui “sono necessarie ulteriori discussioni su alcuni temi”. Il premier ha poi citato “una questione che consideriamo particolarmente rilevante: nel futuro lavoro tecnico ci dovrà essere un tempo sufficiente dedicato ad una più accurata valutazione dell’impatto della proposta, in particolare degli effetti sul costo del capitale per le famiglie, le imprese ed il settore pubblico, sarebbe molto utile”.
Monti, intervenendo all’Ecofin a Bruxelles, ha poi condiviso le parole del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, per cui la difficoltà a raggiungere un’intesa a livello globale non deve essere una scusa per non decidere. “La nostra forte preferenza è un accordo fra tutti i Paesi membri dell’Ue – ha sottolineato – Desidero associarmi a quanto detto da Schauble sulla valutazione relativa alla portata globale di questa tassa, che è pertinente, ma non è una buona ragione per paralizzare la nostra attività”.
Infine, il premier ha ricordato quanto successo negli anni scorsi con la direttiva sulla tassazione del risparmio, che è stata utile, anche se non si è applicata ad alcuni paradisi fiscali. “Credo che il pragmatismo potrebbe servire – ha concluso – Incoraggio la presidenza e la Commissione a perseguire” questo obiettivo.
Al dibattito è intervenuto anche il ministro delle Finanze tedesco. “Non decidere” sull’introduzione di una tassa per le transazioni finanziarie “sarebbe un disastro”, ha ribadito Wolfgang Schauble. “La posizione del governo tedesco è chiara, siamo al 100% a favore della tassa sulle transazioni finanziarie – ha scandito – e siamo convinti che dobbiamo fare tutto quello che possiamo per arrivare ad una soluzione”. “Non dobbiamo sprecare anni per una decisione, se non ci arriviamo a livello globale – ha avvertito ancora – credo che saremo obbligati a concentrarci a cercare delle alternative”. “E’ compito dell’Europa andare avanti”, ha esortato Schauble, al quale non piacciono i ragionamenti secondo cui, “se non si fa la tassa a livello globale, non lo possiamo fare neanche noi”. “Abbiamo bisogno di una decisione – ha concluso – Se ne discutiamo per anni e anni, rischiamo un danno enorme, anche per la legittimità del nostro modello di democrazia europea: è molto importante che sia chiaro che abbiamo molto da imparare dalla crisi dei mercati finanziari” negli anni scorsi.
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