Fiat, crollano le vendite del gruppo in Europa. Oggi produzione ferma in tutti gli stabilimenti
A causa dello sciopero delle bisarche sono cominciati oggi i primi stop produttivi negli stabilimenti italiani del gruppo Fiat. Al momento l’attività è ferma nello stabilimento di Melfi, domani si fermeranno invece Cassino, Sevel Val Di Sangro e Pomigliano d’Arco: in quest’ultimo stabilimento lo stop è previsto anche lunedì prossimo. Lo comunica il Lingotto che già ieri, in una nota, aveva denunciato che l’agitazione degli autotrasportatori sta provocando gravi danni al gruppo mettendo a rischio le attività e non escludendo la possibilità di chiudere alcuni stabilimenti.
Intanto, calano a febbraio le immatricolazioni di auto nuove nell’Unione Europea: sono scese del 9,7% rispetto allo stesso mese del 2011 per un totale di 888.878 unità. nonostante un giorno lavorativo in più. Il totale dei primi due mesi vede così 1.858.066 immatricolazioni, l’ 8,3% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A febbraio, informa l’Acea, l’associazione europea dei costruttori automobilistici, la domanda di auto nuove è scesa in tutti i principali mercati, ad eccezione della Germania dove le registrazioni sono rimaste stabili.
Per gli altri grandi mercati si va dal -2,1% della Spagna al -20,2% della Francia. Più’ modesto il calo del Regno Unito (-2,5%), mentre l’Italia come è noto la discesa del mercato a febbraio è stata del 18,9%. Vendite quasi dimezzate, inoltre, nelle due economie in maggiore crisi, Grecia (-45,2% e appena 3.827 auto nuove vendute) e Portogallo (-48,4% e 6.932 immatricolazioni).
A livello di marchi si conferma il primato del gruppo Volkswagen che pur perdendo il 2,6% con 211.018 immatricolazioni, vede la sua quota salire da 22 al 23,7%. Forti cali per tutti gli altri gruppi (Psa -16,8%), Renault (-24,0%), Ford (-7,9%), Gm (-13,8%) e Fiat (-16,7%). In salita solo Daimler (+4,2%) e i costruttori coreani (Hyundai +5,8% e Kia +30,8%).
Con oltre 66 mila immatricolazioni a febbraio sul mercato europeo (Ue+27) Fiat fa registrare una quota del 7,2 per cento, in calo rispetto al 7,8 di un anno fa ma in salita rispetto al 6,9% di gennaio: un risultato – spiegano a Torino – “condizionato dallo sciopero in Italia dei servizi di autotrasporto vetture a mezzo bisarche che ha causato perdite di produzione e quindi di vendita di circa 20 mila unità, che sarà molto difficile recuperare nel corso dell’anno. I danni causati finora avranno un impatto negativo di circa il 10% sulle quote di mercato del mese di marzo in Italia e all’estero”.
In questo scenario, si segnala, ancora una volta Fiat Panda e Fiat 500 sono le vetture più vendute del segmento A, con il 14,1 per cento di quota la prima e l’11,7 per cento la seconda, mentre Lancia/Chrysler vede le vendite salire del 3,1 per cento.
Del Lingotto è tornata oggi a parlare, nel corso di una informativa al Senato, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero: “Ho raccolto le rassicurazioni dei vertici di Fiat che hanno ribadito la volontà di portare avanti il piano industriale – ha ribadito -. Ritengo dunque destituite da ogni fondamento le notizie di chiusura di impianti”.
“L’incontro tra il premier Mario Monti ed i vertici Fiat – ha assicurato – potrà chiarire molte cose sulla presenza Fiat in Italia e sul suo futuro”. All’incontro di domani a palazzo Chigi, ha aggiunto, seguirà anche un incontro tra i vertici del Lingotto e i ministri dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e il ministro Fornero.
“Le imprese industriali sono vitali per l’economia del Paese – ha continuato -, ma non spetta al governo dire alle imprese cosa debbono e non debbono fare e non spetta al governo aiutare le imprese, secondo meccanismi del passato non più consentiti in ambito Ue, a tirare avanti…magari galleggiando che non è conveniente per l’economia, per l’occupazione e la sostenibilità ed economicità delle produzioni”.
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