Lavoro, la Fornero ribadisce: La riforma in aula anche senza accordo
“Sto lavorando intensamente con grandissimo impegno”. Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ”Se uno non fosse fiduciosi -ha aggiunto- non lavorerebbe più”. Ma anche senza un accordo con le parti sociali, ha detto poi il ministro, ospite di Fabio Fazio alla trasmissione ‘Che tempo che fa’, “il governo presenterà lo stesso al Parlamento la riforma del lavoro“.
“Sono positiva sul lavoro che stiamo facendo -ha continuato – le piccole imprese si lamentano, Confindustria si lamenta, il sindacato variamente si lamenta. Questo dimostra che stiamo lavorando nell’interesse del Paese”.
Fiducioso sull’esito della trattativa di martedì si è detto dalla mostra ‘Fare gli italiani’ allestita alle Ogr Torino anche il premier Mario Monti: ”Se le posizioni non fossero ancora abbastanza distanti – ha affermato Monti – vorrebbe dire che la riunione conclusiva ha già avuto luogo con successo, invece deve ancora avere luogo e credo e spero che avrà successo”.
Fornero ha sottolineato anche che sulla riforma allo studio del governo “c’è un carico eccessivo di aspettative”. Quanto alla possibilità di raggiungere un accordo con le parti sociali il ministro ha spiegato che “non voglio considerare questo aspetto. Sono impegnata a realizzare un accordo”.
Il ministro ha poi sottolineato che sulla trattativa per la riforma del lavoro “siamo abbastanza maturi sui contenuti”, anche se “non possiamo andare avanti a discutere all’infinito”. Per questo la riforma deve essere pronta “la settimana prossima. E questo su cui io sto lavorando”. Quanto alla centralità nelle discussioni con le parti sociali dell’articolo 18, Fornero ha spiegato che “ho sempre detto che io non sono il ministro dell’articolo 18. Non ho nessun interesse a fare la riforma solo sull’articolo 18″. La riforma del mercato del lavoro, ha detto ancora il ministro, deve essere in particolare indirizzata ai giovani che in Italia “vivono un grave problema di occupazione”.
Fornero ha spiegato che “sui giovani si è scaricata la flessibilità cattiva, vogliamo rendere più dinamico il mercato del lavoro. Questo vuol dire avere più facilità in accesso e in uscita”. In ogni caso, ha aggiunto, l’articolo 18 “non vuol dire libertà di licenziare, ma passare da una filosofia per cui si vuole tenere attaccato il lavoratore a un certo posto di lavoro, anche se questo posto non è più produttivo, a una filosofia in cui noi aiutiamo a entrare il lavoratore in un nuovo posto di lavoro”. Questo significa “per i giovani più facilità di ingresso ma anche una maggiore stabilizzazione”.
Il ministro ha poi precisato che “dal mercato del lavoro si può uscire, ma chi esce deve essere assistito con un reddito monetario”. Bisogna però “aiutare chi gode dell’indennità di disoccupazione a cercare un altro lavoro”. Per il ministro in ogni caso “la flessibilità deve costare un po’ di più” per le imprese. “Se poi un’impresa stabilizza una persona noi le restituriemo una parte di quanto ci aveva dato”.
In merito all’ipotesi dimissioni, un passo indietro del ministro dall’esecutivo Monti “non è all’ordine del giorno”, ha detto Fornero. Parlando invece di Fiat, la titolare del Welfare ha specificato che l’azienda torinese “non è libera di fare quello che vuole. Non ha la licenza di fare o di disfare”. Ma “se il presidente e l’ad di Fiat mi dicono che vogliono rispettare il piano industriale e continuare a fare investimenti in Italia io -ha continuato il ministro- non ho titolo per dire che non gli credo. Io gli devo credere”
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