Marco Biagi, dieci anni dalla morte del giuslavorista. Napolitano: Debito di riconoscenza
Ricorre il decimo anniversario dell’assassinio di Marco Biagi, il giuslavorista vittima di un brutale atto terroristico. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del convegno dedicato a “L’eredità di Marco Biagi”, organizzato a Modena dalla fondazione che porta il suo nome, ha espresso in una lettera alla moglie del giuslavorista, professoressa Marina Orlandi Biagi, i suoi sentimenti di partecipazione. “E’ significativo e importante che la ricorrenza di un così tragico e doloroso momento venga colta per guardare anche al presente e al futuro, gettando luce sulla fecondità della ricerca e dell’impegno di Marco Biagi”, sottolinea il capo dello Stato nel suo messaggio.
”All’omaggio che così gli rende e al ricordo del suo sacrificio -scrive Napolitano- mi associo con profonda personale convinzione e con più che mai viva consapevolezza del debito di riconoscenza che le istituzioni repubblicane e la società civile conservano verso Marco Biagi, per il servizio da lui reso stoicamente al progresso culturale e sociale del paese, al moderno arricchimento del suo patrimonio di conoscenze, ad una più libera battaglia delle idee e alla soluzione di problemi di fondo della collettività nazionale”.
Per il presidente del Senato Renato Schifani “ancora oggi il suo contributo alle riforme del mondo del lavoro rimane fondamentale per il nostro sistema produttivo. Il suo sacrificio e la sua moralità sono un esempio per tutti noi”.
Anche il vice presidente del Senato Vannino Chiti ricorda il giuslavorista e il suo “prezioso contributo che diede al nostro Paese”. Biagi, afferma Chiti, “fu un riformista coraggioso, uno studioso impegnato, un servitore dello Stato. L’impegno contro ogni forma di violenza, di terrorismo e di intolleranza deve vedere sempre uniti istituzioni e cittadini”.
”Il professore lavorò a lungo alla riforma del diritto del lavoro – dice ancora Chiti – ma purtroppo solo una parte dell’impianto che lui aveva in mente venne trasformato in legge: non è mai stata attuata la riforma degli ammortizzatori sociali che estenda a tutti i lavoratori le tutele né è stato messo in campo un sistema di formazione permanente. Si tratta di due elementi indispensabili per assicurare che la flessibilità non si riveli, di fatto, una inaccettabile precarietà che colpisce i diritti dei lavoratori, offende la loro dignità e riduce il potere d’acquisto. Oggi abbiamo la possibilità di portare a termine questo lavoro”.
“A dieci anni dalla sua morte, Biagi viene separato dalla legge che porta il suo nome. Qualcuno ha proposto di intestare alla sua memoria anche il progetto che uscirà dal negoziato. Lasciamolo riposare in pace, senza tradire il suo pensiero. Senza che i suoi nemici lo uccidano un’altra volta”, commenta Giuliano Cazzola, deputato Pdl, a www.formiche.net.
”Il suo ricordo – dice invece la vicepresidente del Senato, Rosi Mauro della Lega- assume, in questo periodo così critico e delicato, un significato particolare: siamo infatti costretti a constatare come purtroppo non si stia proseguendo nella direzione da lui tracciata”. Al contrario, aggiunge infine Rosi Mauro ”il mondo del lavoro sta vivendo uno stallo pericoloso per le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori a causa di un Governo incapace di operare, limitandosi a stravolgere le riforme attuate sinora”.
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