Immigrati, l’appello di Napolitano: Status di rifugiati a chi ne ha diritto
”C’è una distinzione fondamentale tra immigrazione e asilo politico. Quando sulle nostre coste sbarcano dei disperati siamo di fronte a persone che hanno titolo a chiedere asilo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Quando sbarcano disperati che arrivano con ogni mezzo – ha spiegato il capo dello Stato, nell’incontro con la stampa al termine del colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica di Malta George Abela – siamo di fronte a persone che hanno titolo a chiedere asilo. Occorrono accertamenti seri, rapidi, severi, in base alle norme comuni a livello europeo, certo, ma non c’è dubbio che bisogna dare lo status di rifugiati e il sostegno a chi ne ha diritto”.
“Quelli che arrivano senza titolo – ha aggiunto Napolitano – debbono poter essere respinti, ma questo presuppone un forte impegno di collaborazione con i Paesi di provenienza. Esistono degli accordi: la loro funzione è di essere da deterrente, anche contro lo sfruttamento criminale”. “Per quanto riguarda l’immigrazione per motivi economici, l’accoglienza si deve svolgere lungo i canali legali: anni fa individuammo il sistema delle quote per far arrivare lavoratori di cui c’è bisogno”, ha rilevato il capo dello Stato.
Quanto ai rapporti con Malta in tema di immigrazione, Napolitano ha auspicato un rafforzamento della collaborazione già esistente: “Non ci dobbiamo rimbalzare il problema, essendo solidali e fermi anche nel sollecitare una politica comune europea”. E le politiche europee sull’immigrazione “devono essere sempre più solidali, serve un impegno collettivo europeo”. In questa materia “sono stati compiuti passi avanti, ma una politica comune europea è da lungo tempo attesa. Ci sono ancora ritardi, incertezze, divergenze. Bisogna cercare di superare questo relativo stallo”, ha insistito il capo dello Stato. L’Italia, come Malta, è “il fianco più esposto ai flussi migratori provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo”. Anche per questo, “l’affermazione della causa dei diritti umani e della democrazia in Paesi come la Libia, la Tunisia, l’Egitto, è essenziale per lo sviluppo e la stabilità di quell’area, molto importante non solo per il nostro Paese”.
Parlando, poi, di economia, Napolitano ha sottolineato che il 2012 ”è e sarà un anno difficile per la nostra economia”. Per questo, ”non si può uscire dal sentiero più virtuoso e responsabile che abbiamo imboccato. Occorre proseguire lungo questo percorso”. Le misure di austerità, ha ricordato il capo dello Stato, sono state imposte dalla crisi che ha colpito l’eurozona, divenuta ”un punto di emergenza vera e propria” per chi ha accumulato negli anni uno stock di debito pubblico pesante, come l’Italia, ma anche per quei Paesi che, dal 2008 in poi, hanno dovuto fare i conti con un debito pubblico più consistente. ”Non si poteva e non si può prescindere – ha sottolineato Napolitano – da politiche di riduzione del debito pubblico, ma siamo consapevoli che i tagli di bilancio possono avere conseguenze di carattere recessivo. Per questo è necessario porsi in modo serio il problema dello sviluppo di politiche di crescita e di occupazione, soprattutto giovanile. Politiche che richiedono uno sviluppo conseguente del mercato unico europeo”.
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