Unicredit, cambio della guardia ai vertici e nel toto-nome spunta quello di Lamberto Dini
Continuano in Unicredit le consultazioni per individuare il prossimo presidente, destinato a succedere a Dieter Rampl. Ieri il consiglio di amministrazione ha approvato un documento in cui si tratteggia, come richiesto dalla Banca d’Italia, il profilo qualitativo e quantitativo ottimale dei consiglieri che comporranno il prossimo board. Il documento raccomanda agli azionisti i criteri ritenuti ottimali per scegliere i candidati da mettere nella lista per l’elezione del prossimo board, che avrà 19 componenti.
Ieri è tramontata l’opzione Gabriele Galateri di Genola, attuale presidente delle Generali, che verrà confermato nel consiglio del Leone dalla prossima assemblea di bilancio. Secondo alcuni scenari circolati nei giorni scorsi, alla presidenza del Leone sarebbe dovuto salire Fabrizio Palenzona, attuale vicepresidente della banca di piazza Cordusio. Per individuare il candidato alla presidenza, i soci hanno deciso di avvalersi della consulenza degli head hunter di Egon Zehnder. Tra i possibili candidati alla presidenza di Unicredit, si starebbe valutando anche la figura di Lamberto Dini.
Classe 1931, a Dini non fa difetto l’esperienza a livello internazionale, in aggiunta a quella accumulata in incarichi istituzionali e nell’establishment economico italiano e internazionale. Dopo la laurea in Economia e commercio a Firenze, si è specializzato negli Usa e ha iniziato la sua carriera professionale nel Fondo Monetario Internazionale. Nel 1979 venne nominato direttore generale della Banca d’Italia. E’ stato anche vicepresidente della Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali, e presidente del Consiglio Europeo. In Italia è stato ministro del Tesoro del primo governo Berlusconi e presidente del Consiglio nell’esecutivo tecnico che venne nominato dopo la caduta del Berlusconi I. Oggi fa parte del Pdl e presiede la Commissione Esteri del Senato.
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