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Liberalizzazioni, verso l’ultima fase mentre Federfarma annuncia uno sciopero per il 29 marzo

Mentre il decreto liberalizzazioni si appresta a fare l’ultimo passo dopo che ieri il governo Monti ha incassato la dodicesima fiducia alla Camera, Federfarma proclama una giornata di chiusura delle farmacie per il prossimo 29 marzo.
Oggi il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in aula a Montecitorio ha assicurato che non ci saranno “effetti finanziari negativi” in relazione ai 5 punti del decreto – il cui varo definitivo è atteso per questa sera – sui quali la Ragioneria generale dello Stato ha rilevato una mancanza di adeguata copertura.
Giarda ha inoltre ricordato come già al Senato si fosse presentata la stessa questione e la commissione Bilancio di palazzo Madama decise di “non esprimere contrarietà sui punti che non erano stati verificati positivamente dalla Ragioneria dello Stato. Su tale apprezzamento il governo si è basato per per porre la questione di fiducia a Senato”. Anche alla Camera, la commissione Bilancio si è comportata allo stesso modo e così il governo ha posto anche a Montecitorio la questione di fiducia “sul provvedimento nel testo identico licenziato dal Senato”.
Sui 5 punti in questione, Giarda ha spiegato che sulle 40 unità di organico in più previste per il comparto energia, gli oltre 6 milioni di euro derivanti dall’1 per mille “sono una somma più che sufficiente”. Per quanto riguarda un altro dei punti in questione è “già previsto un decreto attuativo del ministero delle Finanze che escluderà ogni effetto finanziario negativo”. Infine, per altri 3 punti in discussione, ha detto Giarda, “il governo assicura che il comportamento di tutte le pubbliche amministrazioni e uffici coinvolti nell’attuazione della legge sarà ispirato al massimo rigore, garantendo fin da ora la neutralità finanziaria delle disposizioni”.
Intanto, Federfarma ha proclamato una giornata di chiusura a fine marzo delle farmacie e ha convocato l’Assemblea nazionale ”per adottare ulteriori iniziative di carattere sindacale. In ogni caso, sta assumendo iniziative legali a tutela delle farmacie associate”.
“Il Ministero della salute – ha spiegato in una nota l’associazione dei farmacisti titolari- ha diramato un parere interpretativo su alcuni aspetti dell’art.11 del Dl sulle liberalizzazioni, in vista dell’entrata in vigore della legge di conversione prevista per sabato 24 marzo. Tale parere contiene varie forzature e incongruenze che stravolgono la volontà del Parlamento e che avranno un impatto negativo sul servizio farmaceutico”.
Secondo Federfarma “la forzatura più grave e di impatto immediato è che, secondo il ministero, tutti i titolari di farmacia che al momento dell’entrata in vigore della legge avranno compiuto 65 anni di età dovranno nominare un farmacista direttore. Sempre secondo il ministero, in caso di non ottemperanza la farmacia dovrà essere chiusa. Tale interpretazione ignora le osservazioni delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato, tendenti ad ‘evitare che si creino ostacoli al corretto svolgimento del servizio farmaceutico, controversie e contenziosi’ e non tiene conto della lettura data dai Servizi studi di Camera e Senato sulla quale si è basato il voto dei parlamentari”.
Se non tempestivamente rivista, ha aggiunto Federfarma, “l’interpretazione del ministero colpirà nel giro di pochissimi giorni più di un milione di cittadini, a cominciare da tutti coloro che risiedono nelle migliaia dei piccoli Comuni i cui titolari di farmacia, se ultra 65enni, non potranno certamente permettersi di assumere e retribuire un farmacista direttore. Si tratta, con ogni evidenza, di farmacie a basso reddito, gestite già oggi dal solo farmacista titolare perché non in grado di assumere nemmeno un collaboratore. E’ un vero e proprio esproprio ai danni di professionisti che rappresentano l’anello più debole della filiera”.
Porre il limite di età di 65 anni per il titolare di farmacia, infine, “appare del tutto controcorrente rispetto alla tendenza generale all’aumento dell’età pensionabile per tutti i lavoratori dipendenti e contiene elementi fortemente iniqui e penalizzanti nei confronti di chi sino ad oggi ha gestito una farmacia assumendo un insostituibile ruolo nello svolgimento di un servizio di pubblica utilità”.Per questo Federfarma, “che aveva inutilmente chiesto al ministro della Salute un incontro sugli aspetti critici del provvedimento”, ha proclamato la giornata di chiusura delle farmacie per il prossimo giorno 29 marzo e avviato le iniziative di protesta e tutela.