Spread, inversione di tendenza: sopra quota 300. In Europa male Piazza Affari
Lo spread fra i Btp e i bund tedeschi ora si colloca sopra i 315 punti. Dopo la chiusura a 301,97 punti e un’apertura questa mattina a 302,42 punti, il differenziale si attesta attualmente a 315,27 punti. Il massimo toccato finora e’ stato a 317,37 punti. Il rendimento del decennale e’ al 5,07%.
Giornata in altalena e contrastata per le piazze finanziarie europee, che flettono all’annuncio dei dati macro Usa sotto le attese, in particolare quelli relativi alla compravendita di case esistenti (-0,9% a febbraio). A poco giova anche l’andamento misto di Wall Street con il Dow Jones che cede lo 0,15% e il Nasdaq in rialzo dello 0,39%. E torna a salire lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi e si porta oltre i 300 punti base, dopo l’accordo mancato tra il Governo e le parti sociali, la Cgil in particolare, relativamente alla riforma del mercato del lavoro, con una trattativa che è inciampata soprattutto sull’articolo 18. Secondo Ig Markets, l’indebolimento dei listini europei è stato determinato dai deludenti dati macroeconomici americano, ma anche “dalle nuove voci di tensione sulla Spagna, dopo che un ex policy maker della Bank of England, Willem Buiter, ha dichiarato che la Spagna non è mai stata così vicina al default e che Grecia, Irlanda e Portogallo potrebbero necessitare di ulteriori aiuti. Questo è bastato a far scattare le prese di beneficio. Non hanno giovato neanche le parole di Bernanke, il quale ha dichiarato – ricorda il market strategist Vincenzo Longo – che l’Europa è tutt’altro che fuori dal pericolo, ma tuttavia l’esposizione Usa rimane contenuta”.
In questo contesto, l’Ibex 35 di Madrid cede lo 0,89%, Amsterdam -0,38%, Bruxelles -0,27% e Parigi -0,1%. In progresso Lisbona (+0,29%) e Francoforte (+0,23%), mentre Londra termina gli scambi sulla parità. Cede lo 0,1% Zurigo. Di tutte fa peggio Milano, che pure recupera qualche punto sul finale e termina la giornata con il Ftse Mib in ribasso dell’1,29% a 16,734,75 e l’All Share che chiude a 17.760,32 (-1,18%).
Sono in particolare Generali, Mediaset e i bancari a spingere verso il basso il listino principale. Il Leone di Trieste patisce la riduzione dallo 0,45 euro a 0,20, anche se i report successivi ai conti mostrano di apprezzare i risultati industriali. Il titolo chiude a 12,56 euro (-4,63%), maglia nera del Ftse Mib. Forti vendite anche su Mediaset. Il Biscione ha diffuso ieri i risultati del 2011 che vedono ridotto l’utile del 36% (225 milioni di euro) e il dividendo. La cedola sarà di 0,10 euro, mentre l’anno scorso era stata di 35 centesimi. Il titolo cede il 4,09% a 2,2 euro. In difficoltà quasi tutti i titoli del settore bancario: Unicredit -3,29% a 4 euro; Mediobanca -2,46% a 4,83 euro; Mps -2,02% a 0,37 euro; Intesa Sanpaolo -1,97% a 1,49 euro; Bpm -1,72% a 0,49 euro; Bper -0,9% a 6,07 euro; Ubi banca -0,74% a 3,46 euro; Mediolanum -0,54% a 3,69 euro. In netta controtendenza Banco Popolare che termina la giornata a 1,65 euro, in rialzo del 3,25%, dopo i conti di ieri relativi al 2011. Un anno chiuso con una perdita netta consolidata di 2.257,3 milioni di euro a causa di rettifiche di valore degli avviamenti. L’utile netto dell’esercizio prima dell’impairment degli avviamenti iscritti in occasione dell’operazione di aggregazione della Banca Popolare Italiana è risultato di 574,1 milioni, in aumento dell’86,4%. Il Core Tier 1 ratio raggiunge il 7,1%, con un aumento di circa 140 punti base rispetto a inizio anno e di circa 60 punti rispetto al 30 settembre 2011. Il livello del Core Tier 1 ratio sale al 7,3% dopo il riacquisto delle passività subordinate.
Sempre alta l’attenzione sulla galassia Ligresti dopo che ieri Roberto Meneguzzo e Matteo Arpe hanno presentato il piano di rilancio di Fonsai firmayo Sator e Palladio Finanziaria. Il progetto delle finanziarie prevede per la compagnia assicurativa, fusa con la controllata Milano Assicurazioni, un utile netto oltre i 420 milioni di euro nel 2015 e un margine di solvibilità oltre il 160%. Fonsai chiude in progresso del 2,19% a 1,307 euro; Milano Assicurazioni perde il 2,38% a 0,29 euro e Premafin termina a 0,375 (-1,96%). Unipol flette di un frazionale 0,73% a 0,273 euro. In progresso Terna che ha chiuso il 2011 con un utile di 465,3 milioni di euro e una proposta di cedola a 0,21 euro. Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo ha annunciato un piano strategico al 2016 che prevede investimenti per 6 miliardi di euro così divisi: 4,1 miliardi per la rete e 1,9 per le attività non tradizionali. Il titolo a fine giornata guadagna l’1,01% a 2,996 euro. Per quanto riguarda le commodity, prosegue stabile l’oro in area 1.654 dollari/oncia. “E’ ormai una settimana – evidenzia Longo – che il metallo giallo continua a scambiare in quest’area 1.640-1.666 dollari, dove si sta creando una sorta di area di congestione”.
In rialzo invece il petrolio, nel corso del pomeriggio in scia ai dati sulle scorte di greggio in Usa, che la scorsa settimana hanno registrato un calo di 1,2 milioni di barili. Il light crude si attesta ora a 107,28 dollari/barile dopo aver accelerato sino a 107,50 dollari. Il supporto resta a 106, mentre la resistenza si colloca proprio a 107,50.
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