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Spagna, riforma del Lavoro: sciopero generale e scontri in piazza. In ballo l’art.18 iberico

Spagna, riforma del Lavoro: sciopero generale e scontri in piazza. In ballo l’art.18 iberico

E’ iniziato in un clima di violenze e tensioni lo sciopero generale indetto per oggi dai sindacati spagnoli per protestare contro la nuova riforma del lavoro varata in febbraio, che rende più facili i licenziamenti e riduce l’indennizzo per i licenziati a 33 giorni di salario per anno lavorato, rispetto ai precedenti 45. Diversi sono stati i feriti e una trentina le persone arrestate.

Lo sciopero, l’ottavo della storia democratica del Paese e il primo contro il governo di Mariano Rajoy -che tre mesi fa entrando alla Moncloa promise ridurre la disoccupazione- avrà conseguenze su trasporti pubblici nelle città, i treni e gli aerei, anche se i sindacati hanno assicurato un servizio minimo.

Già nella notte vi sono stati picchetti per impedire la partenza degli autobus e l’ingresso ai mercati generali, con alcuni arresti da parte della polizia. Fermato anche un uomo che ha agggredito con un coltello, provocandole lievi ferite, una donna impegnata nei picchetti a Torrelavega, nella Spagna settentrionale. A Madrid vi sono stati vari arresti per disturbo della quiete pubblica e danneggiamento. A Murcia, nel sud della Spagna, è stata lanciata una bomba molotov contro un’auto della polizia ma non vi sono stati feriti. Diverse persone, fra cui cinque poliziotti, sono state ferite in “incidenti isolati”, secondo quanto ha reso noto il ministero degli Interni.

I sindacati riferiscono una “massiccia” partecipazione allo sciopero nelle industrie chimiche, metallurgiche, tessili e alimentari, nell’edilizia e la raccolta dell’immondizia. Treni e autobus sono ridotti di un terzo e le due principali reti televisive non trasmettono i loro programmi. Circa 1.240 dei 4.500 voli prevsiti per oggi in Spagna sono stati cancellati.

Il governo del primo ministro conservatore Mariano Rajoy ha già anticipato che non intende farsi condizionare dallo sciopero e si è detto deciso a proseguire con la riforma che intende annunciare domani e che considera necessaria a combattere la disoccupazione, giunta al 23%.