Afghanistan, il ministro Di Paola si commuove per i soldati feriti: Forza Monica e Carmine
“Monica, Carmine…forza!”. E’ l’incoraggiamento che il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, rivolge con la voce rotta dalla commozione a Monica Contraffatto e Carmine Pedata, i due militari rimasti gravemente feriti nell’attacco di sabato scorso, nella valle del Gulistan, in Afghanistan. Un pensiero che fa commuovere Di Paola, e che arriva proprio dall’Afghanistan, dove il ministro ha presenziato alla cerimonia di avvicendamento fra la Brigata Sassari e la Garibaldi che prende il comando del contingente italiano.
I due militari “sono ora in Italia – ha ricordato il ministro – sono stati colpiti gravemente e si porteranno addosso il peso di queste ferite per tutta la vita ma sono orgogliosi. E chiedono di ritornare nei teatri operativi”. ”Lunedì mattina – ha detto – incontrerò Monica”. “Anche se non l’ho ancora vista – riferisce il ministro – ho parlato con il Capo maggiore della Difesa che l’ha incontrata, e mi ha detto di averla trovata con un morale molto forte”.
Il ministro si dice “onorato” di “essere qui” in occasione della cerimonia “e di essere qui tra gli afghani”, sottolinea rivolgendosi alle autorità locali in prima fila. “Ho imparato quanto sia bello questo Paese e la sua gente che – sostiene – merita un futuro migliore”.
E poi rivolto al Generale John Allen, comandante Isaf, presente all’evento, dice: “non posso immaginare un leader migliore”. Infine un ringraziamento speciale il ministro lo dedica a tutti i soldati Isaf. E al generale Portolano, che lascia oggi l’Afghanistan dopo sei mesi di mandato, Di Paola dice: “ha reso fieri noi italiani”, con la Brigata Sassari che elogia: “ha dimostrato di non essere seconda a nessuno”.
Il ministro si è detto convinto che il “futuro dell’Afghanistan si basa su una soluzione politica che deve essere trovata attraverso un dialogo inter-afghano”. Riguardo allo stop delle trattative fra le diverse parti del Paese, Di Paola ha sostenuto l’importanza “della stabilizzazione e della sicurezza, ma soprattutto la necessità che si trovi una soluzione politica”. In proposito, il ministro si è detto “ottimista”, “lo sono sempre stato – ha sottolineato – e lo sono ancora di più quando vedo risultati come questi”.
A chi gli chiedeva un commento sul numero di caduti italiani nella missione Isaf, ormai 50, e sugli episodi di attacchi da parte di infiltrati o militari afghani contro soldati della coalizione, Di Paola ha risposto: “Il nostro rapporto con le forze afghane è forte, non solo come alleati ma anche come soldati che fianco a fianco lavorano per la sicurezza di questo Paese. Che poi ci siano, come è inevitabile, delle mele marce o degli infiltrati, sono cose che succedono anche in altri paesi e in altre forze armate, non solo in Afghanistan”.
Di Paola ha anche detto che le missioni internazionali “servono alla sicurezza dei Paesi in cui si svolgono, alla nostra sicurezza e a quella di tutti”. Quindi ha spiegato: “Bisogna convincersi che la sicurezza degli italiani non si realizza più solo in Italia ma nel mondo perché in una realtà globlizzata ciò che accade a 5 mila chilometri di distanza ha la stessa rilevanza di quello che succede a 5 km da noi”.
Di Paola incontrerà domani a Kabul il presidente afghano Hamid Karzai, al quale, dice, “rinnoverò l’impegno del governo italiano nei confronti dell’Afghanistan, visto che l’Italia ha firmato un trattato di collaborazione strategica e quindi che va oltre il termine di Isaf, e pur tuttavia il nostro Paese si muoverà nel solco delle decisioni che collettivamente la comunità internazionale prenderà a Chicago, che saranno decisioni importanti anche per noi”. Il ministro rientrerà domenica sera.
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