Lavoro, prove di intesa. Alfano si avvicina a Bersani ma a una condizione: niente ordini dalla Cgil
”Fare la riforma sul lavoro insieme e’ meglio che farla separati. Il tema e’ cosa si fa se la Cgil dice di no, la nostra preoccupazione e’ sempre la stessa, cioe’ che l’agenda la detti un sindacato e non il governo che ha come bussola il bene dell’Italia e degli italiani”. Così il segretario del Pdl Angelino Alfano risponde all’appello lanciato dal leader del Pd Pier Luigi Bersani secondo cui la riforma sul lavoro ”va fatta insieme”. ”Se si trovera’ un punto di equilibrio sul bene dell’Italia noi saremo d’accordo -ha proseguito Alfano al suo arrivo a Palermo per partecipare a un convegno sul Mediterraneo- per essere ancora piu’ concreti, se il tentativo e’ quello di non scontentare la Cgil, il nostro tentativo e’ invece quello di non scontentare gli italiani con le loro esigenze e i loro interessi. Siamo per una riforma del mercato del lavoro che crei piu’ sviluppo e piu’ occupazione e che dia fiducia sia ai mercati interni che ai mercati internazionali”.
Bersani dal canto suo è fiducioso in merito a un’intesa sull’articolo 18 prima delle elezioni amministrative. “Io ci credo. Adesso dobbiamo occuparci anche di qualcosa d’altro. Non sottovaluto l’importanza delle regole del mercato del lavoro e voglio che siano affrontate in modo civile, moderno e serio, ma noi dobbiamo occuparci di come dare un po’ di lavoro. Non possiamo state mesi e mesi intorno solo al tema delle regole, che pure sono importanti”. “Io invito a fare una cosa normale -auspica Besani- e cioe’ una cosa che assomigli alle migliori esperienze europee per quelle che riguarda il mercato del lavoro: non possiamo fare ricette esotiche, dobbiamo applicare le migliori esperienze euopee che a giudizio di tutti devono assomigliare a quelle tedesche e danesi. Noi conveniamo su questi passi, su come rapidamente aggiustare le norme che arriveranno e che non sono ancora arrivate e ripeto pero’ dobbiamo cominicare ad occuparci un po’ di sostanza: come dare una mano alle impresa che innova, come dare una mano all’impresa che e’ in crisi di liquidita’ e come favorire un po’ di investimenti e un po’ di lavoro”.
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