Bossi: Colpiscono la mia famiglia per attaccare me. I fedelissimi a Maroni: Giuda

Bossi: Colpiscono la mia famiglia per attaccare me. I fedelissimi a Maroni: Giuda

Umberto Bossi ha rassegnato le dimissioni da segretario della Lega Nord. Dimissioni “per poter meglio difendere e tutelare l’immagine del Movimento, e la sua famiglia, in questo delicato frangente”. Una nota del Consiglio federale della Lega Nord riporta le motivazioni che hanno spinto Umberto Bossi a prendere la decisione, definita da lui stesso “irrevocabile”.
“Nel corso della riunione odierna il segretario federale, Umberto Bossi – si legge nella nota firmata dal coordinatore delle segreterie nazionali, Roberto Calderoli – in apertura dei lavori, ha voluto comunicare all’assemblea leghista le sue preoccupazioni alla luce degli ultimi eventi e, dopo aver espresso le sue valutazioni politiche, ha annunciato la sua decisione, definita da lui stesso irrevocabile, di rassegnare le dimissioni da segretario federale, per poter meglio difendere e tutelare l’immagine del movimento, e la sua famiglia, in questo delicato frangente”.
“Il Consiglio federale, all’unanimità, ha chiesto ripetutamente a Umberto Bossi di ritirare le sue dimissioni, ribadendo al contempo l’unanime stima e solidarietà al segretario federale, che, però, ha ribadito con fermezza di ritenere irrevocabile la sua decisione di dimettersi. A fronte di questa decisione il Consiglio federale, sempre all’unanimità, ha deliberato di nominare Umberto Bossi nuovo presidente federale della Lega Nord, con la richiesta di proseguire la sua attività politica con una determinazione e convinzione, se possibile, ancora maggiori”.
Il fatto che io abbia dato le dimissioni non vuol dire che io scompaia. Se lo scordino. Resto nella Lega, da ultimo sostenitore o da segretario io resto sempre a disposizione della causa“, afferma alla Padania il segretario dimissionario del Carroccio, in una lunga conversazione con il direttore Stefania Piazzo, in edicola domani, che l’Adnkronos è in grado di anticipare. “Da domani, afferma Bossi, “mi chiameranno militante. Anzi, no. Semplice simpatizzante”.
“Ho fatto la cosa giusta. D’altra parte – spiega ancora il Senatur – la presenza dei nomi che chiamano in causa la mia famiglia e la Lega mi hanno portato a questa decisione”. “Non ho voluto restare -sottolinea – lasciando che si insinuassero dubbi sulla reale pulizia dentro il movimento”
Il Consiglio ha inoltre stabilito che alla guida del partito, fino al congresso, ci saranno Manuela Dal Lago, Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Stefano Stefani, presidente della commissione Esteri di Montecitorio, è stato nominano invece nuovo tesoriere della Lega. ”Sono molto emozionato”, si limita a dire Stefani all’Adnkronos. Silvana Comaroli e Roberto Simonetti saranno invece i “nuovi componenti del Comitato Amministrativo Federale, in seguito alle dimissioni di Roberto Castelli e Piergiorgio Stiffoni dal sopradetto organismo”, comunica sempre la nota.
Fuori dalla sede di via Bellerio, bandiere listate a lutto tra i militanti della Lega Nord. I sostenitori di Umberto Bossi sembrano non accettare le dimissioni del loro leader e prevale lo sconforto.
Durante il presidio, i sostenitori hanno distribuito un volantino nel quale si dà del traditore a Roberto Maroni. Il volantino riporta tre immagini: la prima vede Gesù baciato da Giuda; nella seconda Silvio Berlusconi abbracciato da Gianfranco Fini e nella terza Maroni con una mano attorno al collo dello stesso Bossi e sotto la scritta: ‘Il traditore aveva dato loro un segno dicendo quello che bacerò è lui. Arrestatelo’, dal Vangelo secondo Matteo.
Tanta è la rabbia dei sostenitori di Bossi che hanno scambiato un’auto per quella di Maroni tempestandola di pugni al grido di ‘traditore’, ‘traditore’.
Proprio l’ex ministro dell’Interno, durante il consiglio federale, ha detto al Senatur: “Preparemo il congresso federale, dove ti vorrò ricandidato come segretario federale”.
“Umberto Bossi e Roberto Maroni, commossi ma determinati, che si abbracciano alla fine di questa importante giornata. Solo un cretino può non capire che è questa la forza della Lega”, racconta inoltre Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook, dopo il consiglio federale che ha visto il Senatur rassegnare le dimissioni.
Sul fronte della cronaca giudiziaria, agli atti è finita tra le altre una telefonata tra Nadia Dagrada e l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, nella quale la dirigente amministrativa “parla chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito”. Un nero che secondo gli investigatori è riconducibile a “denaro contante che può avere varie origini, dalle tangenti alle corruzioni o ad altre forme di provenienza illecita e non tracciabile”.
In un’altra telefonata, Degrada con Belsito commenta: “Con uno scandalo del genere, non è che ci sono i salvatori della patria Maroni e Castelli…la Lega affonda!”. “Se lui (Belsito, ndr) passa per uno che ha rubato e il capo l’ha comunque scelto, quindi il capo finisce nella m. con lui, la Lega finisce nella m!…perché con uno scandalo del genere non è che ci sono i salvatori della patria Maroni e Castelli…la Lega affonda!”
Sempre dagli atti emerge che Renzo Bossi e la sua fidanzata Silvia Baldo ”sono stati insieme alla sede della Lega di via Bellerio e si sono portati via i faldoni della casa per timore di controlli”. Secondo gli investigatori i faldoni della casa si riferiscono ai lavori di ristrutturazione, probabilmente dell’abitazione di Gemonio, che sarebbero stati pagati con i rimborsi elettorali della Lega.
E ancora emerge un episodio legato a un presunto fascicolo formatosi sul figlio di Bossi che sarebbe stato ‘affossato’ da ”Silvio”. Nadia Dagrada consiglia inoltre a Belsito di farsi tutte le copie dei documenti che dimostrano i pagamenti fatti a favore della famiglia Bossi e di Rosy Mauro e di nascondere gli originali in una cassetta di sicurezza. Nel corso del colloquio, poi, la dirigente amministrativa avverte: ”Quando esce una cosa di questo genere sei rovinato… il figlio di lui (di Bossi ndr) che ha certe frequentazioni… altro che Cosentino!”.
Sul nome “Silvio”, immediato l’intervento dell’avvocato dell’ex premier, Niccolò Ghedini. “Alcune agenzie di stampa nell’ambito delle indagini riguardanti la Lega Nord, prospettano che in un’intercettazione emergerebbe il nome ‘Silvio’ come colui che avrebbe tenuto fermo, tramite la magistratura, un procedimento penale nei confronti di Renzo Bossi. Il nome ‘Silvio’ viene accostato, sempre da alcune agenzie, al presidente Berlusconi. L’ipotesi – spiega il legale – è totalmente priva di fondamento e del tutto risibile. Che il presidente Berlusconi possa essere intervenuto con la magistratura per ottenere tale risultato è davvero impensabile. Non solo ciò non è mai accaduto, ma si tratta davvero di una supposizione irrealistica e fuori da ogni logica”, precisa l’avvocato di Berlusconi.
Inoltre, dagli atti risulterebbe che sarebbero stati consegnati 50 mila euro a Francesco Bruzzone, segretario regionale della Lega in Liguria, per far entrare l’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, nel cda di Fincantieri di Genova, ruolo che effettivamente Belsito ha poi ricoperto.
C’è poi la cartella con l’intestazione ‘The family’ trovata nella cassaforte di Belsito e sequestrata ieri dai carabinieri del Noe. La cartella, secondo quanto apprende l’Adnkronos, raccoglie le presunte prove di denaro distratto da Belsito per pagare alcune spese dei familiari del leader del Carroccio, Umberto Bossi. Fatture e ‘scontrini’ da migliaia di euro sono ora al vaglio dei carabinieri del Noe e dei pm di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock.
Se ci sono traditori interni, gli taglierò la testa, aveva detto Umberto Bossi ai suoi ieri prima di lasciare la sede di via Bellerio. Se qualcuno ha sbagliato pagherà, avrebbe ribadito il Senatur, sostenendo che lui e la sua famiglia non c’entrano niente e sono estranei ai fatti che emergono dalle inchieste della magistratura.