Caso Bosusco, i maoisti temono il bluff: Vogliamo i nomi di chi sarà rilasciato
Il gruppo maoista che dal 14 marzo scorso tiene in ostaggio Paolo Bosusco ha “sospetti” sull’offerta di scambio con cinque detenuti fatta dal governo dell’Orissa e chiede che “venga chiarito quanti prigionieri verranno rilasciati e fatti i loro nomi”.
Nel nuovo messaggio audio diffuso dal leader maoista Sabyasachi Panda si alza ancora quindi la posta per il rilascio dell’italiano, dopo che alla fine della scorsa settimana sembrava che la sua liberazione potesse essere prossima, chiedendo ancora al governo dello stato indiano chiarimenti riguardo a quante e quali delle 13 richieste fatte per il rilascio saranno soddisfatte.
Secondo quanto si legge sul sito della tv Ndtv, Panda nel suo messaggio lamenta il fatto che alcune delle 13 richieste non siano state neanche prese in considerazione. “E’ irragionevole chiedere accesso all’acqua potabile, all’istruzione di base, all’assistenza sanitaria e all’irragazione per i cittadini di ogni villaggio?”, ha detto il leader maoista che chiede anche perche’ non e’ stata accettata la richiesta dell’abrogazione del divieto adi formare organizzazioni di massa.
Anche l’altro versante della crisi degli ostaggi nello stato dell’Orissa si e’ complicato, infatti il gruppo maoista che tiene in ostaggio dal 25 marzo scorso il deputato locale, Jhina Hikaka, ha inviato, per lettera, un nuovo messaggio in cui chiede ora il rilascio di 30 e non 23 – come offerto dal governo ai mediatori – prigionieri maoisti per lo scambio.
Nella lettera si danno anche indicazioni precise sulla localita’ e sulle modalita’ dello scambio: la moglie di Hikaka, scrivono i maoisti, si dovrebbe recare domani 10 aprile in un villaggio del distretto di Korapit insieme ai 30 maoisti, accompagnati da B D Sharma e Dandapani Mohanty, i due maoisti nominati mediatori per la crisi degli ostaggi.
Di fronte alle nuove richieste dei maoisti, il chief minister Naveen Patnaik ha detto che sara’ necessario “che il governo esamini le questioni legali legate” all’eventuale rilascio dei nuovi detenuti.
Social