Gli italiani e la crisi: sei su dieci più attenti agli sprechi di cibo. I tagli si fanno a tavola
Sei italiani su 10 (il 57%) hanno ridotto lo spreco di cibo per effetto della crisi. E’ quanto emerge dall’indagine sugli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi, realizzata da Coldiretti-Swg.
Tra coloro che hanno ridotto lo spreco il 47% lo ha fatto – sottolinea la Coldiretti – facendo la spesa in modo più oculato, il 31% riducendo le dosi acquistate, il 24% utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18% guardando con più attenzione alla data di scadenza.
In Italia a causa degli sprechi viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate e la tendenza al risparmio è quindi – sostiene la Coldiretti – uno dei pochi effetti positivi della crisi in un Paese dove gli sprechi alimentari fanno perdere un valore annuale stimato pari a ben 37 miliardi di euro in grado di garantire l’alimentazione per 44 milioni di persone.
La possibilità di ridurre gli sprechi ha peraltro effetti importanti nel budget delle famiglie italiane per le quali la spesa alimentare con il 19% è la principale voce dei consumi dopo l’abitazione. A finire nella spazzatura è circa il 30% del cibo acquistato, soprattutto frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati che vengono sempre più spesso salvati dal bidone con il ritorno più frequente in tavola dei piatti del giorno dopo. La spesa media mensile delle famiglie per l’acquisto di prodotti alimentari – conclude la Coldiretti – ammonta a 467 euro ma evidenzia significative differenze territoriali con valori più elevati nel centro Italia dove è pari a 472 euro mentre è più bassa al Sud dove è si spendono 471 euro e ancora di più al Nord con 461 euro mensili a famiglia.
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