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Scandalo Lega, Bossi aiuta Calderoli: La sua casa era pagata con soldi nostri. Nessun reato. Maroni? Non sapevo dei dossier

Si allarga lo scandalo politico-giudiziario sull’uso dei soldi della Lega Nord. Mentre sul fronte politico non accennano a placarsi gli scontri interni al Carroccio. Oggi non c’è stato l’atteso incontro chiarificatore tra Umberto Bossi e Roberto Maroni dopo la vicenda del presunto dossier commissionato dall’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, ai danni dell’ex ministro dell’Interno. Dalla Lega assicurano che l’incontro tra Bossi e Maroni dovrebbe tenersi venerdi’ in via Bellerio.
In serata il Senatur, ad Alessandria per un appuntamento elettorale, ha assicurato: ”Non sapevo del dossier su Maroni”. E, come riferisce SkyTg24, alla domanda se ci fossero altri dossier, ha risposto: “Spero di no. Spero che il cinematografo volga al termine. Questo è un brutto film”.
Ma a finire sotto i riflettori ora è anche Calderoli. Secondo quanto emerge dagli atti sequestrati dai carabinieri del Noe di Roma infatti, con i finanziamenti del Carroccio sarebbe stato pagato anche l’affitto di un’abitazione romana per l’ex ministro leghista, oggi membro del triumvirato del Carroccio.
Lui però respinge ogni accusa. ”Siamo all’incredibile. Si viene infangati per aver fatto il proprio dovere, per aver lavorato e tanto! E tutto questo – afferma Calderoli – senza aver mai preso un euro di stipendio, per aver lavorato sette giorni su sette, tutte le settimane dell’anno!”. “Mi si infanga per aver avuto in dotazione da parte del movimento una casa-ufficio dal costo di 2200 euro al mese, quando io ne verso mensilmente 3000 di euro alla Lega Nord -prosegue l’ex ministro-. Come ho gia’ spiegato nelle scorse settimane da 10 anni svolgo l’incarico di coordinatore delle segreterie nazionali della Lega nord, incarico che mi ha portato a lavorare quasi sette giorni alla settimana, tutte le settimane dell’anno, feste, sabati e domeniche compresi, con una media di quasi 100mila km l’anno, girando in lungo e in largo su tutto il territorio nazionale”.
Calderoli specifica ancora: “Per questo mio lavoro non ho mai percepito un’indennita’ e per anni il movimento mi ha soltanto riconosciuto un rimborso per le spese sostenute, rimborso che e’ stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso. Da un anno e mezzo la Lega nord ha sottoscritto un contratto di affitto per un appartamento a Roma che e’ stato dato in uso a me, come mia residenza e mio ufficio dove poter incontrare, anche riservatamente, i vertici del movimento e delle altre forze politiche”.
Manuela Dal Lago, anche lei ‘triumvira’ del Carroccio, difende il collega. “Adesso basta, e’ ora di finirla con questo assurdo sputare fango addosso alla Lega Nord e ai suoi esponenti. Questa vicenda dell’affitto dell’appartamento utilizzato a Roma dal senatore Roberto Calderoli rasenta letteralmente il ridicolo. Siamo arrivati al punto che un movimento quale la Lega Nord non e’ nemmeno piu’ padrona di decidere come utilizzare le proprie risorse?”. “Vorrei ricordare a tutti – prosegue Dal Lago – che Roberto Calderoli da dieci anni lavora come un matto, e senza percepire uno stipendio per questo, senza fare mai ferie, girando per tutto il territorio quando non c’e’ attivita’ parlamentare ed essendo sempre presente in Aula o nelle commissioni quando le Camere sono attive”.
Ma oltre alle vicende giudiziarie, la Lega deve fare i conti con gli scontri interni. Gianluca Pini lancia infatti dure accuse contro Marco Reguzzoni. “Quando scopro che il mio ex capogruppo ha speso in un anno 90 mila euro con la carta di credito del gruppo qualcuno mi deve giustificare come cavolo son stati spesi”. “La certificazione del bilancio – ha spiegato il parlamentare – non va ad analizzare ogni singola pezza giustificativa. Il problema vero e’ dare una risposta seria a quello che si e’ evidenziato come un malcostume diffusissimo. Che non e’ solo sul finanziamento pubblico legato ai rimborsi elettorali: e’ e lo sottolineo anche sull’utilizzo che ne fanno i gruppi parlamentari”.
Dopo alcune ore arriva la risposta di Reguzzoni. “La gestione dei soldi del Gruppo alla Camera e’ stata sempre virtuosa sotto ogni punto di vista. Mi spiace che Pini per soddisfare un suo rancore personale voglia sollevare il mio nome che, se non lo avesse notato, non e’ mai stato coinvolto in nulla di quello che sta accadendo in questi giorni”. L’ex capogruppo allega i saldi dei tre soli conti correnti intestati al gruppo della Lega Nord Padania e del deposito titoli ad essi collegato, con un saldo attivo di oltre 2 milioni di euro (2.031.156,82 per l’esattezza).
”Le spese effettuate – dice Reguzzoni – sono riconducibili tutte e soltanto ad attivita’ politiche derivanti dalle esigenze del gruppo. L’importo complessivo delle spese della presidenza (i 90mila euro citati per il 2011) tiene conto di molte esigenze, tutte documentabili, trasparenti e perfettamente motivate e solo in parte effettuate con la carta di credito in mia dotazione come capogruppo”.
Le parole di Pini hanno sollevato nuove polemiche nel Carroccio. Tanto che in Transatlantico la ‘triumvira’ Manuela Dal Lago è sbottata. “E’ una testa di ca…” ha detto dopo aver letto le agenzie che battevano l’ultimo attacco in casa Carroccio. Il nuovo presidente del deputati ‘lumbard’, Gianpaolo Dozzo, accanto a Dal Lago, ha strabuzzato gli occhi e puntato dritto verso Pini. “Che c… hai fatto?”, gli ha chiesto prima di portarlo nel cortile di Montecitorio per chiarire la questione, lontano dalle orecchie dei giornalisti. Pini e Dozzo sono stati seduti a parlare su una panchina per circa dieci minuti. Rientrato in Transatlantico, Dozzo ha negato ogni malumore verso Pini. “Non sono assolutamente nervoso con lui, e’ il mio carattere che e’ un po’ esuberante”.
Nel pomeriggio però è arrivato un comunicato del gruppo della Lega Nord alla Camera che suona come un avvertimento. “Le odierne dichiarazioni incaute e non documentate da parte di un nostro deputato rischiano di fare il gioco dei nostri detrattori. In un momento cosi’ delicato della vita del movimento e’ quanto mai necessario pesare le parole ed essere uniti”.
Intanto, proseguono le indagini sulla gestione dei fondi da parte dell’ex tesoriere Francesco Belsito. Uno degli avvocati della Lega Nord ha incontrato oggi il pm di Milano, Roberto Pellicano, che indaga sui rimborsi elettorali del Carroccio, e ha assicurato che la Lega era all’oscuro degli investimenti in diamanti effettuati da Belsito. Secondo quanto si apprende, il legale ha riferito che il partito e’ venuto a conoscenza dei diamanti solo quando i preziosi sono stati restituiti, su iniziativa di Belsito.
Il legale ha consegnato al pm la copia dei certificati di qualita’ dei diamanti e la copia dei codici identificativi dei lingotti, insieme ai verbali di consegna che Belsito ha consegnato in via Bellerio. Documenti che permetteranno ai magistrati di verificare la corrispondenza tra i diamanti comprati con i soldi dei rimborsi elettorali, secondo quanto ritenuto dalla procura, e quelli che l’ex tesoriere ha spontaneamente restituito.
I pm di Milano sentiranno Belsito la prossima settimana. L’ex tesoriere dovra’ rispondere di truffa aggravata, truffa ai danno dello Stato e appropriazione indebita. A quanto si apprende, l’interrogatorio avverra’ in un luogo diverso dalla Procura di Milano per evitare il probabile assalto dei media.
Sempre sulla vicenda di Belsito, l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, a quanto si apprende, ha segnalato, operazioni sospette su due conti di Piergiorgio Stiffoni, revisore dei conti della Lega. Da quanto si e’ saputo l’Uif ai magistrati di Milano ha fatto pervenire una nota tempo fa relativa in particolare a un passaggio di denaro, 200mila euro, da un primo conto di un istituto bancario di cui non si conosce il nome, a un altro conto personale dello stesso Stiffoni presso la Banca Popolare di Novara. Da questo conto sarebbe poi partito il pagamento per acquistare i diamanti.