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Genoa-Siena, anarchia sugli spalti e partita sospesa. Il presidente Preziosi: Pallone ostaggio di 100 padrini

Fioccano le polemiche dopo quanto accaduto ieri nel corso della partita tra Genoa e Siena, quando un gruppo di tifosi ha chiesto e ottenuto che quasi tutti i giocatori rossoblu si togliessero la maglia, bloccando per 45 minuti il regolare svolgimento del match.
Sconcertato il presidente del Genoa Enrico Preziosi, che ha polemizzato con la polizia, chiedendo la linea della fermezza: ‘‘Il pallone è ostaggio di 100 ‘padrini‘, bisogna sconfiggerli una volta per tutte”, ha detto a Radio anch’io sport spiegando che ”alcune centinaia di facinorosi, assimilabili alla delinquenza organizzata, si arrogano il diritto di rappresentare le tifoserie, lo sport, la trasparenza. Sicuramente sono riconoscibili. Sono queste le persone da colpire, non devono più venire allo stadio. Non è un fatto che riguarda solo Genova, è una situazione nazionale”. ”Bisogna chiedersi come mai 60-70 persone prevaricano 25.000 tifosi tranquilli. Questa gente va in trasferta pensando di difendere i propri colori, poi chiede ai giocatori di togliersi le maglie. Non c’è la cultura dello sport in questo paese, c’è la cultura del tifo: non si accettano le sconfitte, perdere una partita è un dramma. Il Genoa, tra l’altro, non è ancora retrocesso”, aggiunge il numero 1 della società. Il presidente lascia intuire che potrebbe riconsiderare il proprio impegno nel calcio: ”Davanti a questo spettacolo ci si sente impotenti. Si fa fatica a tranquillizzare i giocatori e a consolare i tifosi corretti. Devo riflettere se vale la pena continuare. Se ci sarà una risposta, le mie idee cambieranno”
Hanno fatto scalpore le immagini dei giocatori rossoblu costretti a togliersi le maglie su ‘richiesta’ dei teppisti. ”Si è usato il buon senso per evitare che accadesse qualcosa di veramente spiacevole. C’era gente in campo e sono state lanciate bombe carta”, ha detto Preziosi che replicando a quanto affermato dal questore di Genova, Massimo Mazza, ha spiegato che “dalla polizia non è arrivato alcun divideto di toglierci le maglie”.
Immediata la replica della questura: ”Alla richiesta di togliere le maglie, il mio vicario mi ha chiamato. Io ero sugli spalti, ho risposto dicendo di comunicare alla società che ero assolutamente contrario. Il vicario lo ha detto due volte ai vertici della società, che ha preso una decisione diversa”, ha affermato Mazza precisando che “la polizia era in campo adeguato nel numero e autorevole nei comportamenti. E infatti non c’è stata nessuna invasione”.
Il gesto è stato fortemente condannato dal presidente della Figc Giancarlo Abete, per quale si è trattato di ‘una resa inaccettabile”. ”Puo’ succedere che tifosi violenti, privi di cultura della sconfitta, cerchino di creare condizioni per non far disputare una partita. E’ assolutamente inaccettabile darla vinta a questi pseudo-tifosi che sono delinquenti. Hanno avuto la soddisfazione di vedere le maglie raccolte e consegnate: è una resa, è inaccettabile”, ha detto ai microfoni di Radio Anch’io il numero 1 della federcalcio. ”I giocatori, le società e la parte sana della tifoseria deve denunciare tali situazioni – ha ribadito – altrimenti scatta un meccanismo omertoso, estremamente dannoso per il mondo del calcio”. ”Questi episodi sono legati ai comportamenti di persone facilmenti riconoscibili, serve una denuncia molto forte: le cose non si sistemano da sole”, afferma ancora Abete prima di evidenziare che ”la maglia non si disonora perdendo una partita. Si disonora quando si rinuncia ad indossarla. Non si capisce perché queste persone siano ancora in circolazione, avrebbero dovuto essere allontanate dagli stadi da tempo. Spero che ricevano il massimo della pena in base alle norme vigenti”.