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Genova, dopo i disordini di domenica Marassi “precettato”: otto Daspo e due giornate a porte chiuse

Domenica è stata scritta una pagina nera nel mondo del calcio. Siamo a un punto di non ritorno”. Gianni Petrucci, presidente del Coni, lancia l’ennesimo allarme sullo stato del mondo del pallone, che solo una settimana fa aveva pianto compatto Piermario Morosini e che ieri è ripiombato nella sua problematica realtà.
Dopo gli episodi che hanno turbato il regolare svolgimento di Genoa-Siena il n.1 dello sport italiano condanna gli “esaltati” che hanno causato l’interruzione di circa 40 minuti della partita del Ferraris, chiedendo e ottenendo che quasi tutti i giocatori rossoblu si togliessero la maglia. Ma al triplice grido di “vergogna” pronunciato ieri a caldo, si somma anche oggi il duro atto d’accusa di Petrucci a quei “presidenti, peraltro condannati, che vogliono parlare di etica” e che non fanno niente per cambiare le cose.
“Iniziative concrete e coerenti” per contrastare il fenomeno della violenza, assicura Giancarlo Abete, saranno invece prese in occasione del consiglio federale convocato d’urgenza per venerdì (Petrucci ha già informato il ministro dello Sport Piero Gnudi). La procura federale della Figc intanto ha già aperto un’inchiesta sui giocatori e i dirigenti del Genoa.
Secondo il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, “si è usato il buon senso per evitare che accadesse qualcosa di veramente spiacevole”. “C’era gente in campo e sono state lanciate bombe carta”, fa notare il n.1 del club ligure. “La polizia non ci ha detto di non toglierci le maglie. Non voglio fare polemica: senza entrare nello specifico, io – afferma Preziosi – ho solo detto che, se le maglie da dare ai tifosi venivano sostituite da altre casacche, le avremmo regalate per far stare tutti tranquilli”.
Ma il questore di Genova, Massimo Mazza, ha spiegato: ”Alla richiesta di togliere le maglie, il mio vicario mi ha chiamato. Io ero sugli spalti, ho risposto dicendo di comunicare alla società che ero assolutamente contrario. Il vicario lo ha detto due volte ai vertici della società”.
Sull’episodio è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. “In alcune circostanze intervenire può produrre danni di gran lunga superiori. Può darsi che il sistema non abbia funzionato ma sarebbe semplicistico addossare tutte le responsabilità alla polizia: va guardata tutta la struttura dello stadio. La polizia – ha sottolineato – ha agito con molto equilibrio. Stiamo approfondendo i vari aspetti e verificando le responsabilità: sappiamo chi sono e abbiamo tutte le testimonianze”.
Intanto otto Daspo sono stati già firmati dal Questore, altri due saranno pronti entro domani e un’altra ventina in arrivo a breve per i protagonisti dei disordini di ieri. In particolare, i primi dieci provvedimenti di interdizione allo stadio per 5 anni sono stati emessi nei confronti dei tifosi immediatamente riconosciuti dalle forze dell’ordine presenti al Marassi, mentre quelli in arrivo sono conseguenza dell’esame dei filmati in queste ore al vaglio della polizia.
E proprio dopo l’esame delle immagini scatterano anche denunce e richieste di misure cautelari per chi ha commesso reati. Si tratterebbe di una ventina di persone.
Il Genoa dovrà giocare le prossime 2 gare casalinghe a porte chiuse. Lo ha deciso il giudice sportivo dopo gli episodi avvenuti ieri durante la gara tra i rossoblu e il Siena allo stadio di Marassi.
Il giudice ricostruisce ”i deprecabili accadimenti verificatisi nel corso della gara” basandosi sul referto arbitrale, sulla relazione dei collaboratori della Procura federale e sulle immagini televisive. Le intemperanze di un gruppo di facinorosi ha provocato la sospensione della gara. In particolare, l’attenzione del giudice si concentra sulla ‘trattativa’ tra i teppisti e i giocatori rossoblu, ‘esortati’ a togliersi le maglie. Dopo la sospensione, si legge nel documento redatto dal giudice, ”i calciatori e i dirigenti locali rimanevano raggruppati al centro del terreno di giuoco ed iniziava una sorta di trattativa generalizzata avente per oggetto la ‘consegna’ delle maglie, che il capitano rossoblu in effetti raccoglieva da parte della quasi totalità dei calciatori”. ”Tale situazione, che non ha precedenti nella ultrasecolare storia del calcio italiano, si protraeva per ben 44 minuti, fino alla ripresa della gara conclusasi senza ulteriori vicissitudini”, scrive il giudice.
Il Genoa è ”oggettivamente responsabile del comportamento violento, aggressivo ed intimidatorio dei propri sostenitori”. La sanzione adottata dipende dalla ”particolare gravità di quanto accaduto” e dalla ”concreta possibilità che nel corso delle residuali gare di questo Campionato da disputarsi nello Stadio genoano si ricrei un intollerabile clima di violenza”. La sanzione è stata mitigata per l”’attività di concreta cooperazione con le forze dell’ordine svolta dai dirigenti rossoblu”’.