25 aprile, Napolitano all’Altare della Patria: E’ la festa di tutti, ma la Polverini diserta. Monti: Uniti come nella Liberazione
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto questa mattina una corona d’alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriano in occasione del 25 aprile. Il capo dello Stato era accompagnato dal presidente del Consiglio, Mario Monti, e dai presidenti del Senato, Renato Schifani, e della Camera, Gianfranco Fini. Tra le altre autorità presenti alla cerimonia per l’anniversario della liberazione anche il vicepresidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini e il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti.
Il 25 aprile “è diventata la festa di tutto il popolo e la Nazione italiana. Nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato, dopo lo sforzo paziente compiuto per superarle è oggi ammissibile”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che oggi al Quirinale ha incontrato le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile.
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“E’ una grande forza della democrazia – ha aggiunto il capo dello Stato – il promuovere occasioni di unità tra tutte le forze politiche e sociali che si riconoscono in fondamentali valori comuni, quelli che si celebrano in una giornata come il 25 aprile, quelli che sono sanciti nella prima parte della Costituzione repubblicana”.
La Resistenza è stata “una grande esperienza collettiva nazionale”, un “processo di altissimo valore ideale e morale, ma anche complesso e non esente da ombre”, ha detto Napolitano. “Anche attraverso analisi e riflessioni critiche, e rimuovendo reticenze se non occultamenti della verità – ha proseguito -, si sono messi a fuoco momenti negativi o aspetti fuorvianti di un processo di altissimo valore ideale e morale, ma anche complesso e non esente da ombre. E si è lavorato tenacemente per liberare l’immagine e il volto della Resistenza dalle ferite di quel che fu anche guerra civile e dalle stratificazioni di ostilità e di odio di cui ancora rimanevano tracce”.
L’Italia ha “assoluto bisogno di occasioni di unità, di terreni di dialogo e di responsabile collaborazione” per affrontare “con successo le gravi difficoltà finanziarie, economiche e sociali riconducibili a troppi ritardi e carenze nello sciogliere nodi strutturali e istituzionali che ostacolano il pieno dispiegamento delle straordinarie risorse ed energie su cui l’Italia può far leva”, ha detto il presidente della Repubblica.
L’Italia deve prendere una “seria iniziativa a livello dell’Unione europea” perché a Bruxelles “si operino riequilibri e si adottino indirizzi essenziali per promuovere crescita e occupazione in tutta l’area dell’euro”, ha affermato il capo dello Stato, sottolineando come le difficoltà che il nostro Paese incontra a causa della crisi, anche se fronteggiate con “politiche rigorose avviate in questi mesi dal governo e dal Parlamento” non possano essere del tutto superate se non si interverrà in sede europea per riequilibrare le politiche di rigore con quelle per la crescita e l’occupazione.
Per fronteggiare la crisi è indispensabile anche una “razionale selezione e riqualificazione della spesa pubblica”, ha sottolineato Napolitano, invitando a non abbassare la guardia, ricordando come vi siano ancora nodi da sciogliere, tra questi, “certamente quello del pesantissimo debito pubblico accumulatosi nei decenni e mai fatto oggetto di una decisa, costante, sistematica azione di abbattimento, innanzitutto attraverso la complessiva riduzione e insieme la razionale selezione e riqualificazione della spesa pubblica”.
Di fronte a una “fase certamente difficile da cui non siamo ancora usciti”, occorre “ri-generare un’esperienza di liberazione, meno drammatica, certo, di quella che oggi ricordiamo, ma un’esperienza di liberazione da alcuni modi di pensare, modi di vivere ai quali ci eravamo troppo abituati e che impedivano pero’ al Paese di proiettarsi nel futuro, di guardare ai propri giovani”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Monti, celebrando l’anniversario del 25 aprile con una visita al Museo storico della liberazione di via Tasso.
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