Delitto Cesaroni, Busco assolto. La Corte d’Appello cancella la prima sentenza di omicidio. Coppi: Raniero era estraneo ai fatti
Raniero Busco, condannato in primo grado per l’omicidio di Simonetta Cesaroni, è stato assolto dai giudici dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma per non aver commesso il fatto, in applicazione dell’articolo 605 del codice di procedura penale.
”In riforma della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Roma in data 26 gennaio 2011 – dice il dispositivo – appellata dai difensori dell’imputato, assolve Raniero Busco dal reato ascrittogli per non aver commesso il fatto; fissa in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione”.
Busco è scoppiato a piangere ed ha abbracciato la moglie. La sentenza è stata accolta con un lungo applauso da un gruppo di amici che hanno sempre seguito le udienze dando il loro conforto all’imputato. Il fratello lo ha abbracciato. “La giustizia esiste”, gli ha detto. Anche gli amici si sono uniti a queste parole dicendo a Busco: “Giustizia è stata fatta”.
Busco è stato portato in una sala della Corte d’Appello per evitare l’assalto della stampa ed è stato colto da un lieve mancamento.
La Corte d’Assise d’Appello di Roma si era riunita in Camera di Consiglio alle 11. Poco dopo le 13.30 la sentenza, che ha provocato in aula la gioia di decine e decine di persone che si attendevano questa svolta, essendo convinte dell’innocenza di Raniero Busco.
Il procuratore generale Alberto Cozzella dopo aver udito la lettura della sentenza da parte del presidente Lucio D’Andria ha detto: “E’ una sentenza della Corte. Come tale va accettata e rispettata. Valuteremo il da farsi all’esito della motivazione”.
“Siamo molto soddisfatti perché finalmente è stata fatta giustizia ed è stato riconosciuto che è una persona estranea ai fatti” ha detto l’avvocato difensore Franco Coppi, commentando l’assoluzione del suo assistito. “Se la Corte ha disposto una nuova perizia è perché ha ritenuto insufficienti – ha aggiunto – le prove acquisite in primo grado. Non è compito della difesa dire chi è l’assassino che vigliaccamente si nasconde”.
Soddisfazione è stata espressa anche dall’altro legale di Busco, Paolo Loria che ha commentato: “E’ una sentenza che ci dà fiducia e che dimostra che il processo di secondo grado è necessario, perché i giudici di primo grado possono anche sbagliare”.
”In riforma della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Roma in data 26 gennaio 2011 – dice il dispositivo – appellata dai difensori dell’imputato, assolve Raniero Busco dal reato ascrittogli per non aver commesso il fatto; fissa in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione”.
Busco è scoppiato a piangere ed ha abbracciato la moglie. La sentenza è stata accolta con un lungo applauso da un gruppo di amici che hanno sempre seguito le udienze dando il loro conforto all’imputato. Il fratello lo ha abbracciato. “La giustizia esiste”, gli ha detto. Anche gli amici si sono uniti a queste parole dicendo a Busco: “Giustizia è stata fatta”.
Busco è stato portato in una sala della Corte d’Appello per evitare l’assalto della stampa ed è stato colto da un lieve mancamento.
La Corte d’Assise d’Appello di Roma si era riunita in Camera di Consiglio alle 11. Poco dopo le 13.30 la sentenza, che ha provocato in aula la gioia di decine e decine di persone che si attendevano questa svolta, essendo convinte dell’innocenza di Raniero Busco.
Il procuratore generale Alberto Cozzella dopo aver udito la lettura della sentenza da parte del presidente Lucio D’Andria ha detto: “E’ una sentenza della Corte. Come tale va accettata e rispettata. Valuteremo il da farsi all’esito della motivazione”.
“Siamo molto soddisfatti perché finalmente è stata fatta giustizia ed è stato riconosciuto che è una persona estranea ai fatti” ha detto l’avvocato difensore Franco Coppi, commentando l’assoluzione del suo assistito. “Se la Corte ha disposto una nuova perizia è perché ha ritenuto insufficienti – ha aggiunto – le prove acquisite in primo grado. Non è compito della difesa dire chi è l’assassino che vigliaccamente si nasconde”.
Soddisfazione è stata espressa anche dall’altro legale di Busco, Paolo Loria che ha commentato: “E’ una sentenza che ci dà fiducia e che dimostra che il processo di secondo grado è necessario, perché i giudici di primo grado possono anche sbagliare”.
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