Il fidanzato confessa: Vanessa se ne voleva andare e l’ho uccisa. Il padre disperato: Non l’ho saputa difendere
E’ stata uccisa al termine di una lite scoppiata per motivi passionali Vanessa Scialfa, la ragazza di 21 anni di Enna, trovata ieri priva di vita. La giovane nel primo pomeriggio del 24 aprile al termine di una lite degenerata stava raccogliendo le sue cose per lasciare la casa in cui conviveva con Francesco Lo Presti, 34 anni, quando l’uomo è stato colto da un raptus e l’ha uccisa. Lo Presti, reo confesso, la notte scorsa è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto dagli uomini della Squadra Mobile di Enna, diretti da Giovanni Cuciti.
Secondo quanto riferito agli investigatori, mentre la giovane stava raccogliendo degli indumenti per lasciare la casa al termine della lite, Lo Presti, che aveva poco prima assunto cocaina, colto da un raptus, ha preso i cavi di connessione del lettore dvd e sorprendenola alle spalle le ha annodato i cavi intorno al collo. Poi sollevandola di peso l’ha scaraventata sul letto. A quel punto l’uomo ha continuato a serrare il nodo, fino a ucciderla.
Poco dopo Lo Presti, che ha raccontato i dettagli del delitto agli investigatori della Squadra Mobile, ha riposto il cadavere all’interno di un lenzuolo grigio chiaro, chiuso con dei nodi. Infine ha caricato il corpo nel bagagliaio della sua auto, si è diretto verso la statale 122, e lo ha gettato da un cavalcavia, nel luogo in cui è stato poi trovato dagli investigatori.
”Abbiamo litigato e lei ha voluto andare via di casa – ha raccontato a ‘Tgcom24′, Giovanni Scialfa, il padre di Vanessa – Io non ero molto favorevole ma ho a malincuore accettato la situazione, l’ho accettata per amore di mia figlia. Ho cercato di capire e speravo che andassero d’accordo, anche perché io ho alle spalle un’esperienza di divorzio. Era una ragazzina allegra, sempre sorridente, litigavamo sempre, mi faceva arrabbiare, ma poi passava tutto. E’ colpa mia, non ho saputo proteggerla”.
La scomparsa di Vanessa Scialfa era stata denunciata dai genitori il 24 aprile scorso ai Carabinieri di Enna. Secondo quanto aveva raccontato lo stesso Lo Presti la ragazza si era allontanata volontariamente dall’abitazione dove i due convivevano, al termine della lite per futili motivi. Ieri mattina il personale della Squadra Mobile della Questura di Enna è stato contattato dal padre di Lo Presti, preoccupato perché il figlio aveva manifestato l’intenzione di suicidarsi.
Lo Presti, dopo la scomparsa di Vanessa, era già stato sentito come persona informata sui fatti dai carabinieri di Enna, riferendo falsamente che la convivente si era allontanata da casa a seguito di un banale litigio, facendo perdere le proprie tracce.
Ricevuta la segnalazione del padre, gli investigatori della Squadra Mobile sono riusciti a contattare e rintracciare Francesco Lo Presti nei pressi del Palazzo di Giustizia di Enna, in stato confusionale. Indotto a parlare, dopo un’estenuante opera di convincimento, il sospettato ha iniziato a fare le prime dichiarazioni. Ho fatto una fesseria, ha detto agli investigatori.
Poi ha chiesto di essere condotto a Catania, in via dei Gesuiti all’altezza del civico 23, luogo in cui a suo dire si era in precedenza incontrato con Vanessa. Gli uomini della Squadra Mobile hanno tentato di calmarlo dicendo che la giovane era riuscita a fare rientro a casa e che le sue condizioni non erano preoccupanti come lui credeva. A quel punto Lo Presti è scoppiato in lacrime dicendo agli agenti che Vanessa non sarebbe più potuta tornare a casa.
Avuta la certezza che la ragazza fosse stata oggetto di violenze, il personale della Mobile ha proseguito una complessa discussione con l’indagato, al fine di rassicurarlo il più possibile, per potere acquisire notizie su dove si potesse trovare la giovane.
Dopo un’estenuante trattativa, Lo Presti ha ammesso di avere ucciso la convivente a seguito di un violento litigio scoppiato per motivi passionali e di avere abbandonato il cadavere lungo una scarpata adiacente la strada statale che da Enna conduce a Caltanissetta, nei pressi della miniera di Pasquasia.
Gli investigatori della Squadra Mobile sono allora andati nel punto indicato da Lo Presti, lungo la statale 122, dove al termine di una battuta di ricerche al km 84,700 hanno rinvenuto, nascosto dalla vegetazione, il corpo di Vanessa, avvolto in un lenzuolo grigio chiaro, fermato da una serie di nodi.
Secondo quanto riferito agli investigatori, mentre la giovane stava raccogliendo degli indumenti per lasciare la casa al termine della lite, Lo Presti, che aveva poco prima assunto cocaina, colto da un raptus, ha preso i cavi di connessione del lettore dvd e sorprendenola alle spalle le ha annodato i cavi intorno al collo. Poi sollevandola di peso l’ha scaraventata sul letto. A quel punto l’uomo ha continuato a serrare il nodo, fino a ucciderla.
Poco dopo Lo Presti, che ha raccontato i dettagli del delitto agli investigatori della Squadra Mobile, ha riposto il cadavere all’interno di un lenzuolo grigio chiaro, chiuso con dei nodi. Infine ha caricato il corpo nel bagagliaio della sua auto, si è diretto verso la statale 122, e lo ha gettato da un cavalcavia, nel luogo in cui è stato poi trovato dagli investigatori.
”Abbiamo litigato e lei ha voluto andare via di casa – ha raccontato a ‘Tgcom24′, Giovanni Scialfa, il padre di Vanessa – Io non ero molto favorevole ma ho a malincuore accettato la situazione, l’ho accettata per amore di mia figlia. Ho cercato di capire e speravo che andassero d’accordo, anche perché io ho alle spalle un’esperienza di divorzio. Era una ragazzina allegra, sempre sorridente, litigavamo sempre, mi faceva arrabbiare, ma poi passava tutto. E’ colpa mia, non ho saputo proteggerla”.
La scomparsa di Vanessa Scialfa era stata denunciata dai genitori il 24 aprile scorso ai Carabinieri di Enna. Secondo quanto aveva raccontato lo stesso Lo Presti la ragazza si era allontanata volontariamente dall’abitazione dove i due convivevano, al termine della lite per futili motivi. Ieri mattina il personale della Squadra Mobile della Questura di Enna è stato contattato dal padre di Lo Presti, preoccupato perché il figlio aveva manifestato l’intenzione di suicidarsi.
Lo Presti, dopo la scomparsa di Vanessa, era già stato sentito come persona informata sui fatti dai carabinieri di Enna, riferendo falsamente che la convivente si era allontanata da casa a seguito di un banale litigio, facendo perdere le proprie tracce.
Ricevuta la segnalazione del padre, gli investigatori della Squadra Mobile sono riusciti a contattare e rintracciare Francesco Lo Presti nei pressi del Palazzo di Giustizia di Enna, in stato confusionale. Indotto a parlare, dopo un’estenuante opera di convincimento, il sospettato ha iniziato a fare le prime dichiarazioni. Ho fatto una fesseria, ha detto agli investigatori.
Poi ha chiesto di essere condotto a Catania, in via dei Gesuiti all’altezza del civico 23, luogo in cui a suo dire si era in precedenza incontrato con Vanessa. Gli uomini della Squadra Mobile hanno tentato di calmarlo dicendo che la giovane era riuscita a fare rientro a casa e che le sue condizioni non erano preoccupanti come lui credeva. A quel punto Lo Presti è scoppiato in lacrime dicendo agli agenti che Vanessa non sarebbe più potuta tornare a casa.
Avuta la certezza che la ragazza fosse stata oggetto di violenze, il personale della Mobile ha proseguito una complessa discussione con l’indagato, al fine di rassicurarlo il più possibile, per potere acquisire notizie su dove si potesse trovare la giovane.
Dopo un’estenuante trattativa, Lo Presti ha ammesso di avere ucciso la convivente a seguito di un violento litigio scoppiato per motivi passionali e di avere abbandonato il cadavere lungo una scarpata adiacente la strada statale che da Enna conduce a Caltanissetta, nei pressi della miniera di Pasquasia.
Gli investigatori della Squadra Mobile sono allora andati nel punto indicato da Lo Presti, lungo la statale 122, dove al termine di una battuta di ricerche al km 84,700 hanno rinvenuto, nascosto dalla vegetazione, il corpo di Vanessa, avvolto in un lenzuolo grigio chiaro, fermato da una serie di nodi.
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