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Bersani dice no alle elezioni anticipate: Non vogliamo vincere sulle macerie del Paese

Bersani dice no alle elezioni anticipate: Non vogliamo vincere sulle macerie del Paese

“Io non intendo vincere sulle macerie del mio Paese”. Pier Luigi Bersanirisponde cosi’ a Sky Tg24 smentendo le indiscrezioni che lo darebbero pronto al voto ad ottobre per capitalizzare l’eventuale vittoria alle amministrative e la possibile svolta in Ue con Francois Hollande all’Eliseo. “Bersani e’ una persona seria e noi non possiamo in questi mesi destabilizzare perche’ siamo ancora li’, la crisi e’ ancora li’. Noi dobbiamo far girare le politiche in Ue e Monti ha credibilita’ sufficente per riuscire a farlo e per tenere il nostro paese lontano dal baratro”, spiega il segretario del Pd.

“Io non intendo vincere sulla macerie del mio Paese e cosi’ come tre anni fa’ dicevo che” il governo Berlusconi ci stava “raccontando un sacco di balle” sulla crisi che non c’era, ora “dico che in questo mesi non possiamo permetterci di destabilizzare. Piuttosto in questi mesi costruiamo l’alternativa per la primavera prossima”, per le politiche del 2013.

Bersani torna quindi a chiedere una tassazione sulle transazioni finanaziarie per allentare il carico fiscale sui cittadini. “Vogliamo farla una tassa sulle transazioni finanziarie perche’ la finanza paghi parte di quello che ha fatto e non ricada tutto sulle spalle del debito pubblico?”, dice il segretario del Pd.

No invece allo sciopero fiscale a cui inneggia la Lega. “Il problema e’ che qui c’e’ troppa gente che gia’ lo fa. E’ questo il nostro problema: il peso viene lasciato addosso sempre ai soliti noti” sottolinea Bersani. Per il segretario del Pd, al contrario, “bisogna continuare a intensificare la lotta all’evasione. Noi abbiamo una sperequazione rispetto all’Europa cha fa paura”. E poi, occorre “riequilibrare il carico fiscale e per farlo”, serve una tassazione sulle transazioni finanziarie. O anche sui grandi patrimoni immobiliari. Questa, ricorda Bersani, era stata la proposta del Pd per un’Imu piu’ leggera per i cittadini. “Noi abbiamo fatto quella proposta, Maroni era li’ ” ma non l’ha sostenuta “e ora si lamenta”.

Ma il governo Monti deve fare i conti con il malumore nel Pdl sul fronte fiscale. Il leader del Pdl Angelino Alfano sottolinea: “Occorre una ricetta fatta di meno tasse, meno spese e meno debiti. Il Paese non puo’ sopportare ulteriori tassazioni”. “Noi abbiamo questa idea per gli imprenditori che hanno maturato un credito nei confronti dello Stato – ha aggiunto Alfano – Proporremo che se lo Stato non paga gli imprenditori, questi non paghino le tasse fino all’ammontare del credito vantato nei confronti dello Stato. Altrimenti c’e’ un’agenzia di riscossione velocissima e uno Stato lentissimo nel pagare. Non e’ giusto nei confronti di chi e’ al tempo stesso soggetto contribuente, quando paga le tasse, ma anche soggetto che con lo Stato non ha un buon rapporto quando dallo Stato deve ricevere i propri crediti per prestazioni erogate”.

Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, “il nodo di fondo della questione economica rimane del tutto aperto. La politica fondata solo sul rigore e sull’aumento della pressione fiscale in tutte le sue voci e’arrivata al limite, anzi, per quello che riguarda l’Imu bisogna a tutti i costi arrivare in tempi ragionevoli ad una attenuazione”. “A nessuno si puo’chiedere di suicidarsi. Di conseguenza – avverte Cicchitto – il nostro impegno ad arrivare alla fine della legislatura con questo governo e’condizionato non da elementi di calcolo politico tutti reversibili ma dalla possibilita’ di portare avanti una politica equilibrata fra il rigore e la crescita. Ci auguriamo che a questo dia il suo contributo anche Pier Ferdinando Casini perche’ ripetere tutti i giorni che il governo va benissimo non serve a nessuno, in fin dei conti neanche allo stesso governo”.

Una proposta per Monti arriva anche da Antonio Di Pietro. “Continuo a non capire e quindi continuo a chiedere: ci spiegate perche’ prima di tagliare i fondi ai tribunali e alle scuole non andate a prendere quei 40 miliardi di euro che entrerebbero nelle casse dello Stato se firmassimo anche noi come Germania, Inghilterra e Austria l’accordo con la Svizzera per recuperare i contributi sui capitali esportati illegalmente? L’Italia dei Valori chiede da mesi che si faccia cosi’ ma i signori del governo da quell’orecchio proprio non ci sentono e un sistema dell’informazione ancora piu’ allineato e coperto che ai tempi del fascismo gli tiene bordone facendo finta che quei soldi in attesa al di la’ delle Alpi non ci siano. Tutti zitti e muti – conclude Di Pietro – per la gioia di evasori, malfattori e scudati vari”.