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Rai, la sfida dei curricula di Santoro e Freccero. Masi ironico: li mandino pure cosi ci facciamo quattro risate

Monti dovrà prestare attenzione a questa richiesta perché se la fase due non inizia dalla Rai non comincerà mai. Non è una questione di soldi ma di libertà e di credibilità del governo”. Michele Santoro ospite di Lucia Annunziata a ‘In 1/2 h’ su Rai3, rilancia la sua candidatura alla direzione generale della Rai, insieme a Carlo Freccero in veste di presidente.
“La nostra non è una provocazione”, chiarisce Santoro. “Io e Freccero potremmo affrontare un dibattito con qualunque altro ticket. Abbiamo titoli, esperienza, abbiamo seguito una pratica multimediale che nessuno ha fatto in Italia – scandisce il giornalista – Se uno vuole prendere in mano la Rai e non fare tagli dolorosi, deve investire nella multimedialità, i dipendenti devono essere impegnati secondo progetti orizzontali e non verticali”. Poi Santoro entra nel merito delle mosse concrete che segneranno l’autocandidatura: “Manderemo i nostri curricula alle istituzioni e vedremo come li analizzeranno. Vogliamo affermare il principio che chi aspira a ricoprire cariche pubbliche di rilievo deve dirlo in maniera trasparente. Noi lo facciamo, gli altri devono fare altrettanto, non andando a parlare con Bisignani o con Letta. Vorrei che Monti ci indicasse un percorso, una scadenza. Se dice che, dopo le nomine della Vigilanza, si devono presentare i curricula, questo non ci sta bene. Dia una scadenza di due settimane e voglio vedere se quelli che fanno parte delle cricche presentano i curricula”.
Quanto agli altri editori “ho contatti con La7, con Sky, con qualunque altro operatore televisivo – dice – . Lo faccio da produttore indipendente. Avrei volentieri contatti anche con la Rai, ma mentre per gli altri editori la situazione è cambiata, per la Rai no”. Secondo Santoro nelle reti private ora sentono “meno il peso di Berlusconi sul sistema”. Oggi “Berlusconi non è più premier e questo ha un peso”. Ma è anche vero che “il conflitto di interessi non è una malattia solo di Berlusconi, coinvolge tutti, anche la sinistra, che ha la sua diramazione di conflitto di interessi in Rai. Il problema – sottolinea – è che non siamo arrivati alla rivoluzione copernicana che mette al centro gli autori”. Ed è, infatti, “uno scandalo che in Rai non ci siano Daniele Luttazzi o Marco Paolini”.
Quanto alla “posizione scelta dal Pd di dire no alla spartizione delle poltrone in Rai” è “positiva”, ma il Pd non si rende conto che la Rai è un punto nevralgico per la crescita. I tempi sono stretti e il Pd non può stare sull’Aventino”. “Bisogna costringere Monti a non aspettare le decisioni dei partiti – spiega – ma ad anticiparle. Monti deve dire: io indico questi nomi e questa qualità di persone, svincolate dai partiti. Al quel punto i partiti non possono far altro che seguirlo, se non vogliono precipitare ancora di più nell’opinione pubblica. Io però vedo poche sferzate in faccia ai partiti da Monti, vedo più pugni in faccia agli operai”.
Poi Santoro rivolge una domanda al leader del Pd: “Chiedo a Bersani: la televisione che dovresti fare ti deve assomigliare o no? Se non deve assomigliare ai partiti, allora bisogna scegliere un percorso diverso, più disordinato. E’ chiaro che in questo percorso io e Freccero dobbiamo avere delle chance. Certo, se li scegliessero più giovani di noi sarebbe meglio”.